Il caro energia e la crisi del gas sono oramai degli argomenti sulla bocca di tutti. Il motivo è semplice: fanno parte della nostra quotidianità. Alle Poste, dal macellaio ma anche dal parrucchiere si sentono, infatti, frasi del genere “quanto pagherò di bolletta il mese prossimo” o quando arriveranno proposte concrete da mettere in atto”. E c’è poi si chiede quale sarà la data di accensione dei termosifoni visto che ci avviamo lentamente all’inverno.
Una misura tutta italiana c’è ed è il piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale.
Niente paura, ci sarà ancora tempo per capire come ci si dovrà comportare in quanto il piano entrerà in vigore da fine mese.
Data accensione termosifoni in Italia
La stagione del risparmio di gas ed energia entrerà nel vivo a breve e stravolgerà le abitudini quotidiane degli italiani. La grande novità contenuta nel Piano nazionale per il contenimento dei consumi riguarda l’accensione dei riscaldamenti che verrà ridotta di 15 giorni. Significa che quest’anno per stare al calduccio si dovrà attendere un po’ di più. Per ovviare a ciò, molti sono corsi ai ripari acquistando stufe a pellet o acquistando una stufetta a gas.
I termosifoni si accenderanno otto giorni dopo la data di inizio dello scorso anno. Lo spegnimento, invece, dovrà avvenire sette giorni prima della data consueta di fine esercizio.
Ecco i dettagli:
1. Nella zona A che comprende Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle la data di accensione dei termosifoni sarà dall’8 dicembre mentre quella di spegnimento definitivo il 7 marzo.
2. La zona B è quella che comprende Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani. La data di accensione sarà l’8 dicembre, quella di spegnimento il 23 marzo mentre il limite di ore consentite al giorno sarà di 7 ore
3. La Zona C comprende invece Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza e Imperia. Inoltre Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto. Qui i riscaldamenti potranno restare accesi per 9 ore al giorno, l’accensione avverrà il 22 novembre mentre lo spegnimento il 23 marzo
4. La zona D comprende in ordine alfabetico Ancona, Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì’ e Genova. E ancora, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa, Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pesaro e Pescara. Infine Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Verona, Vibo Valentia e Viterbo. Le ore a disposizione per riscaldarsi saranno 11 al giorno, l’accensione è prevista per l’8 novembre mentre lo spegnimento per il 7 aprile
5. C’è la poi zona E che è la più numerosa. Comprende Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara e Cesena. In ordine alfabetico ci sono, poi, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna e Reggio Emilia. Infine Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Trento, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli e Vicenza. La data di accensione è il 22 ottobre, quella di spegnimento il 7 aprile mentre le ore a disposizione giornaliere sono 13
Infine per la zona F (come Belluno e Cuneo) non è prevista alcuna limitazione.
Si ricorda che la zona A comprende i comuni con gradi-giorno inferiori a 600, la B tra i 600 ed i 900 e la C tra i 901 e 1400. La zona D è quella che comprende comuni con gradi-giorno tra 1401 e 2100, la E tra 2101 e 3000 e infine la F quella con gradi-giorno superiori a 3000.
Le altre regole contenute nel piano
Il provvedimento descritto dal Ministro Cingolani prevede anche dei limiti di temperatura negli ambienti. La misura, però, non coinvolge solo gli edifici pubblici ma anche le case e i condomini e prevede che ci siano delle sanzioni amministrative nel caso in cui le norme non vengano rispettate.
Con le nuove regole, l’accensione dei termosifoni e posticipata di qualche giorno. Inoltre i caloriferi dovranno restare accesi 1 ora in meno e non solo. La temperatura dovrà infatti essere più bassa di 1 grado. Si passerà, quindi, da 20 a 19 gradi sia negli uffici pubblici che privati nonché nelle case e la tolleranza sarà di due gradi. Dalle nuove regole saranno escluse, però, le utenze sensibili, come ad esempio gli ospedali e le case di cure.
Gli italiani, quindi, si stanno già ingegnando per trascorrere un inverno il meno freddo possibile. C’è chi sta coibentando bene le finestre e chi sta acquistando stufe in pellet, nonostante il prezzo del combustibile sia schizzato alle stelle. Un sacrificio che si può fare.
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