Se mancano le prove scritte del credito
Se il lavoratore ha perso il contratto di lavoro o la lettera di assunzione, potrà presentare in Tribunale le buste paga, il CUD o qualsiasi altro documento che attesti l’esistenza del rapporto di lavoro.
In mancanza di tutto ciò, si può sempre ricorrere alle prove testimoniali.
Ma in questo modo i tempi si allungheranno ancora di più rispetto a una causa ordinaria.
Ci si può dimettere senza perdere la disoccupazione
Se il lavoratore non ottiene il pagamento dello stipendio, è suo diritto dimettersi in qualsiasi momento, senza dare il preavviso, ma comunque inviandone comunicazione e specificando la “giusta causa” del recesso.
In tale caso, anche se non è stato il datore di lavoro a disporre il licenziamento, il dipendente può comunque usufruire del contributo di disoccupazione. Infatti l’interruzione del rapporto di lavoro è avvenuto per causa a lui non imputabile.
Se il datore non paga, dopo l’esecuzione forzata c’è il fallimento
Potrebbe avvenire che, anche dopo aver perso la causa, o ricevuto un decreto ingiuntivo definitivo, il datore non intenda ugualmente pagare.
Il lavoratore potrebbe allora provare la carta dell’esecuzione forzata, verificando se l’imprenditore è titolare di conti correnti, immobili, automobili o altri beni appetibili per il pignoramento.
Ma se anche questo non abbia i risultati sperati, allora c’è la possibilità di chiedere il fallimento del datore di lavoro. Si tratta impegnativa e forte, che non consente i tornare indietro, Inoltre non è detto che dopo il fallimento il lavoratore venga pagato immediatamente. Al contrario. Per gli ultimi tre stipendi e il TFR ci penserà il Fondo di Garanzia presso l’Inps e anche qui per il pagamento bisognerò aspettare parecchi mesi. Inoltre per i restanti crediti bisognerà insinuarsi al passivo del fallimento: con la possibilità che, se l’azienda è priva di attività, non si verrà mai soddisfatti.