La riforma delle pensioni è in una fase di stallo. I summit tra governo e sindacati sono fermi e adesso l’argomento pensioni sembra aver perso importanza. Ma la riforma delle pensioni resta una priorità del governo. Solo che adesso si ragiona sui 5 anni di legislatura e non più come sembrava, sulla prossima legge di Bilancio per il 2024. In base a tutto questo, aspettarsi novità previdenziali già dal prossimo gennaio appare quanto meno azzardato. La speranza è l’ultima a morire, ma sulle pensioni forse meglio pensare ad altro.
“Buonasera, sono un lavoratore dipendente con carriera piuttosto lunga. Ho infatti superato da poco i 40 anni di contributi ed ho appena 61 anni di età. Ne compio 62 a gennaio 2024 e prevedo di completare i 41 anni di contributi il mese successivo. In pratica, se mi confermano la quota 103 nel 2024, potrei andare in pensione. Ma secondo voi ci sono possibilità?”
Niente riforma delle pensioni e allora proroga della quota 103 ma non solo
Se non si potrà varare la quota 41 per tutti, perché la misura tra conti pubblici e problemi vari, è difficile da varare, allora cosa accadrà nel 2024 sulle pensioni? Una domanda questa che molti italiani si pongono, soprattutto quanti si trovano a sfiorare i requisiti di accesso per alcune misure oggi in vigore ma in scadenza il 31 dicembre prossimo. Vale per la quota 103, come il nostro lettore dimostra, ma vale anche per l’Ape sociale e l’opzione donna. Sono tutte e 3 le misure che scadono il 31 dicembre 2023.
Come si andrebbe in pensione nel 2024 a 62 anni
Uscire dal lavoro a 62 anni è ciò che permette la quota 103. Ma solo per chi raggiunge i 62 anni di età ed i 41 anni di contributi nel corso del 2023. Le due soglie minime sia di età che di contribuzione, non possono non essere raggiunte entro il 31 dicembre prossimo, altrimenti si esce fuori dall’attuale periodo di validità della misura. A meno che non sopraggiunga la già citata proroga al 2024. In questo caso, il nostro lettore avrebbe la possibilità di accedere alla quota 103, sempre che dei 41 anni di contributi, 35 siano effettivi da lavoro, ovvero senza considerare nei 35 anni i contributi figurativi da malattia o disoccupazione indennizzata INPS. Con la proroga in pratica si aprirebbe la quota 103 anche a chi è nato nel 1962, che oggi per limiti anagrafici, non rientra nella misura.
Anche i sindacati dicono pensione a 62 anni
In risposta al nostro lettore quindi, possiamo dirgli che al momento non esiste tale possibilità. Ma se a 62 anni c’è anche una proposta di riforma delle pensioni, che parte dalla flessibilità con 20 anni di contributi, vuol dire che le speranze sono buone. Non sarà la pensione flessibile a 62 anni con 20 di contributi come magari i sindacati vorrebbero, ma la proroga della quota 103 potrebbe essere una alternativa.