Alla fine, tira e ritira, la fune si spezza. Ed è quel che sta probabilmente succedendo con la guerra dei dazi tra Cina e Unione Europea. La questione dei dazi sulle auto elettriche provenienti dalla Cina, non è affatto piaciuta al Governo di Pechino. L’Unione Europea, guidata ancora una volta dalla Commissione presieduta dalla von der Leyen, sta sostanzialmente sposando la stessa politica statunitense che era di Biden. Il dragone è il grande rivale dell’economia in questo settore (e non solo) e l’occidente in qualche modo vuole metterci una pezza.
Un dispetto per un dispetto
Dispettucci come i bimbi alle elementari. No, questa è strategia politico-economica (che poi, sostanzialmente è la stessa cosa, solo che qui a ruotare intorno a ogni evento è il giro di affari che si traduce in soldi). Ciò da diversi anni c’è in Europa che impone l’aumento del 10% per i dazi relativi a prodotti del settore automotive provenienti dalla Cina. Il 20 agosto però la Commissione Europa si è riunita nuovamente ribadendo il principio di difendere con ogni mezzo possibile i diritti e gli interessi legittimi. I commissari uscenti intendono in questo modo offrire una consegna precisa ai loro successori che li sostituiranno a breve: la Cina è il grande competitor da contrastare.
Messaggio ricevuto forte e chiaro per ora proprio dal governo cinese, il quale prepara le contromosse. La stretta sull’export cinese non è passata inosservata dalle parti di Pechino. Appare un po’ ambigua la situazione in Italia, con la destra che sostanzialmente era sempre stata a favore di questa linea anti cinese, soprattutto con la lega di Salvini, ma che non molte settimane fa aveva invece completato un accordo proprio con la Cina per portare nuovi stabilimenti cinesi in patria proprio per la produzione di auto elettriche. In linea generale, comunque, il favore ottenuto dalle destre nelle ultime elezioni è indicativo e l’UE sembra quindi intenzionata ad accontentare l’idea di una chiusura nei confronti della Cina.
Dazi Cina vs UE, la risposta di Pechino
I nuovi dazi spaventano Pechino che non sta certo a guardare e rilascia immediatamente una nota nella quale tale scelta viene condannata. Nel testo si legge di “atteggiamento sleale, discriminatorio e non trasparente” dei governanti di Bruxelles. Insomma, parole pesanti che fanno presagire il peggio. E infatti, dalle parole si passa ai fatti. Partita immediatamente un’indagine per i prodotti lattiero-caseari provenienti da Paesi dell’UE, compresa l’Italia. Nello specifico l’indagine riguarda formaggi freschi e fusi, formaggi erborinati, latte e panna con un contenuto di grassi superiore al 10%. Più che dazi, quindi, in questo caso si parlerebbe di vera e propria chiusura verso prodotti che, secondo il Governo cinese, non sarebbero offerti nel rispetto delle norme sulla concorrenza. L’Unione Europea ha una quota del 36% nell’importazione di questi prodotti in Cina, solo la Nuova Zelanda ne importa di più. In sintesi, a livello economico, parliamo parliamo di un valore complessivo di 1,7 miliardi di euro per quanto riguarda i guadagni relativi allo scorso anno.
I punti più importanti…
- Dazi più duri per le auto elettriche cinesi anche in Europa;
- la Cina non sta a guardare e minaccia lo stop a latte e formaggi;
- lo scorso anno l’esporto dei prodotti caseari ha generato un fatturato di 1,7 miliardi di euro.