Dazi: fiscali o doganali? Le differenze che cambiano il commercio

In un contesto globale sempre più instabile, i dazi tornano protagonisti delle strategie economiche e delle tensioni internazionali.
2 settimane fa
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differenze dazi fiscali e doganali
Foto © Pixabay

Mentre l’America della nuova era presidenziale firmata Trump impone dazi all’Europa e il resto del mondo, mettendo a dura prova i mercati finanziari di questi giorni, molti si chiedono come funzionano i dazi e se trattasi di dazi fiscali o doganali.

Nel panorama economico globale, i dazi rappresentano uno degli strumenti più controversi e strategici adottati dagli Stati per regolare i flussi commerciali con l’estero. Nonostante la loro applicazione risalga a epoche remote, il loro ruolo resta centrale nel dibattito contemporaneo, specialmente in contesti di tensioni geopolitiche o cambi di rotta nelle politiche economiche.

Dazi: uno strumento antico con implicazioni moderne

L’imposizione di dazi è una leva attraverso cui gli Stati possono influenzare il commercio internazionale, proteggere le industrie nazionali e generare entrate per il bilancio pubblico.

Sebbene spesso considerati semplici barriere all’ingresso di merci straniere, i dazi rivestono una funzione più articolata, che varia in base alla tipologia e al contesto in cui vengono applicati.

L’approccio protezionista adottato da alcune economie avanzate ha rimesso in discussione il principio della libera circolazione delle merci. Il caso dell’imposizione dazi degli Stati Uniti, che sotto la presidenza Trump hanno adottato misure restrittive nei confronti di numerosi partner commerciali, tra cui l’Unione Europea, è esemplare.

Tali azioni hanno alimentato l’incertezza nei mercati finanziari e sollevato interrogativi sul ruolo effettivo dei dazi nel sistema economico attuale.

Le due anime dei dazi: fiscali e doganali

Il termine “dazi” comprende due principali categorie: da una parte quelli con finalità prevalentemente fiscali, dall’altra quelli di carattere doganale. Sebbene possano apparire simili, la loro funzione e il loro impatto sull’economia sono profondamente diversi.

I dazi fiscali

I dazi fiscali si configurano come prelievi aggiuntivi imposti su beni importati da un altro Stato. Questi tributi si affiancano alle imposte ordinarie già dovute nel paese di destinazione, come quelle sul reddito o sul valore aggiunto.

In sostanza, chi importa prodotti dall’estero si trova a dover versare un’ulteriore somma, calcolata in percentuale sul valore dichiarato della merce o determinata in misura fissa. Questo tipo di dazio ha l’obiettivo di aumentare le entrate erariali, andando a incidere direttamente sui costi dell’operazione commerciale.

Quelli doganali

Diversamente, i dazi doganali sono pensati come strumenti di politica economica e commerciale. Oltre a garantire un gettito per l’erario, questi tributi vengono utilizzati per tutelare la produzione nazionale da una concorrenza straniera potenzialmente dannosa. In tal senso, i dazi doganali diventano una forma di difesa dell’economia interna, scoraggiando l’acquisto di merci estere e incentivando la domanda di prodotti locali.

Il calcolo di tali imposte può avvenire attraverso diversi criteri: il valore della fattura di acquisto, il peso fisico della merce o il numero dei pezzi importati. Si tratta di una modalità che consente una certa flessibilità nella gestione delle barriere commerciali, adattando le tariffe alle specifiche esigenze del momento o del settore interessato.

Impatti economici e considerazioni strategiche

L’introduzione o l’aumento dei dazi, a prescindere dalla loro natura, ha conseguenze rilevanti sul piano economico. Dal punto di vista del consumatore finale, l’aumento dei prezzi dei beni importati è spesso inevitabile. Le imprese, d’altro canto, si trovano ad affrontare maggiori costi di approvvigionamento, che possono riflettersi sulla competitività e sui margini di profitto.

Per le economie fortemente interconnesse, come quelle dell’Unione Europea, l’imposizione di dazi da parte di un partner commerciale strategico – come gli Stati Uniti – può compromettere equilibri consolidati, incidendo sull’export e sulla crescita industriale. Al tempo stesso, però, i dazi possono offrire un’opportunità per rilanciare settori produttivi in difficoltà, promuovere l’occupazione interna e stimolare investimenti sul territorio nazionale.

La scelta di adottare dazi – e la forma in cui questi vengono implementati – è quindi una decisione delicata, che richiede una valutazione attenta degli effetti a breve e lungo termine. Una politica doganale e fiscale ben calibrata può rappresentare un vantaggio competitivo, ma un uso eccessivo o mal coordinato rischia di isolare l’economia e alimentare guerre commerciali.

La dimensione geopolitica dei dazi

Oltre all’aspetto strettamente economico, i dazi assumono una valenza politica non trascurabile. Essi possono essere utilizzati come strumenti di pressione nei confronti di altri Stati, in una logica che va oltre il mero scambio commerciale. In questo senso, l’imposizione di tariffe può diventare parte integrante di una strategia diplomatica, volta a ottenere concessioni su altri tavoli negoziali.

Ne è prova l’utilizzo dei dazi da parte degli Stati Uniti nei confronti di Paesi considerati concorrenti strategici, come la Cina, oppure partner da cui si desiderano cambiamenti normativi o politici. In questi casi, il dazio si trasforma in una leva di potere, capace di influenzare dinamiche globali molto complesse.

Conclusioni

I dazi, in tutte le loro forme, rappresentano uno strumento versatile e potente a disposizione dei governi. Che si tratti di imposte con finalità fiscali o misure doganali a protezione dell’industria nazionale, il loro utilizzo incide profondamente sulle dinamiche del commercio globale. Comprendere le differenze tra le varie tipologie di dazi è fondamentale per analizzare correttamente gli sviluppi economici e politici contemporanei.

In un’epoca caratterizzata da crescenti tensioni internazionali e da una rivalutazione dei paradigmi del libero mercato, il ruolo dei dazi torna ad essere centrale, richiamando l’attenzione su quanto il commercio non sia mai stato soltanto una questione economica, ma anche uno strumento di politica interna ed estera.

Riassumendo

  • I dazi regolano il commercio estero e influenzano economia, politica e finanza globale.
  • Esistono dazi fiscali e doganali, con scopi e modalità di calcolo differenti.
  • I dazi fiscali aumentano le entrate statali applicandosi sulle merci importate.
  • I dazi doganali proteggono l’industria nazionale e controllano gli scambi internazionali.
  • L’imposizione dei dazi incide sui prezzi, sulla competitività e sull’occupazione.
  • I dazi possono diventare strumenti di pressione politica e strategia geopolitica.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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