Dazi USA, dubbio degli stati europei: uniti nelle trattative con Trump o meglio isolare la Germania?

Sulle trattative con l'amministrazione Trump sui dazi l'Unione Europea suggerisce un approccio unitario, ma converrebbe mollare la Germania.
4 giorni fa
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Isolare la Germania nelle trattative sui dazi?
Isolare la Germania nelle trattative sui dazi? © Licenza Creative Commons

Il 2 aprile per il presidente Donald Trump sarà il “Liberation Day”, il giorno della liberazione dell’America dalla sudditanza dei partner commerciali. Scatteranno i dazi americani sui prodotti europei e ancora le trattative per evitarli non sono state avviate, perlomeno non ad alti livelli. La verità è che non converrebbe a nessuno scatenare una guerra commerciale tra potenze economiche, neppure agli Stati Uniti. I dazi non sono una cosa bellissima, come qualche volta ha affermato il tycoon. Essi pongono barriere all’ingresso di prodotti e servizi sul mercato, restringono gli interscambi e finiscono per tradursi in prezzi più alti e offerta più bassa.

Ci perdono tutti, dal consumatore alle imprese, arrivando agli stati per via del minore gettito fiscale.

Europei parassiti per amministrazione USA

Trump agita lo spettro sui dazi perlopiù con un altro fine: indurre gli altri stati a tenere trattative sui temi che gli stanno a cuore. Con Canada e Messico si tratta di trovare un accordo su immigrazione e spaccio di fentanyl. Con la Cina la questione è di più ampia portata e riguarda non solo il riequilibrio commerciale in sé, quanto la fondazione di un nuovo ordine mondiale che possa soddisfarsi entrambe le superpotenze. E l’Unione Europea? Dalle chat private tra i membri dell’amministrazione americana è emersa in questi giorni la definizione di “europei parassiti“. Ha fatto scalpore, perché spiega dietro le quinte cosa davvero pensino gli americani di noi. Ma non è stata una novità. Già con l’amministrazione Obama era venuta a galla questa scomoda verità.

Germania vero obiettivo di Trump

Perché noi europei saremmo parassiti e cosa può comportare per le trattative sui dazi? Siamo accusati di scroccare la sicurezza agli Stati Uniti e di considerarli per giunta solo un mercato di sbocco per le nostre merci.

I dati raccontano una verità parzialmente differente. Se è vero che siamo esportatori netti di merci verso gli USA, d’altra parte gli USA lo sono con noi riguardo ai servizi. I rapporti commerciali sarebbero complessivamente meno sbilanciati a nostro favore di quanto lasci intendere Trump. Ma è anche vero che alla Casa Bianca stia più a cuore la manifattura per ragioni strategiche e di consenso. Nelle fabbriche i lavoratori americani patiscono la concorrenza delle merci straniere e sono loro che votano.

L’UE ha finora chiesto agli stati membri di non imboccare la strada delle trattative nazionali sui dazi. Meglio presentarsi uniti, anziché divisi. Trump riuscirebbe nel primo caso a fare “cherry-picking”, cioè a massimizzare il proprio risultato grazie al “divide et impera”. E se non fosse esattamente così? Quando si parla di europei parassiti, il riferimento è grosso modo alla Germania. Berlino infastidisce da molti anni l’America per il suo atteggiamento da scroccone irriconoscente. Spende il minimo indispensabile per la difesa, mentre acquista materie prime dalla Russia per esportare a basso costo negli USA. Insomma, gli americani pagano e i tedeschi fanno affari e i precisi sui conti pubblici.

Trattative sui dazi isolando la Germania

Questo parassitismo è venuto parzialmente con la guerra russo-ucraina. Resta il fatto che ad oggi la sicurezza tedesca la paghino gli americani, che oltretutto sono acquirenti netti dalla Germania. Proviamo a pensare un attimo a cosa accadrebbe se intavolassimo trattative sui dazi isolando proprio la Germania. Trump massimizzerebbe il suo risultato con Berlino, a cui verrebbe addossato il costo di decenni di spavalderia geopolitica e commerciale. Gli altri stati comunitari riuscirebbero verosimilmente a scampare al grosso dei danni.

Sul piano strettamente del cinismo, l’operazione avrebbe un senso. Poiché è la Germania ad avere scatenato le ire di Washington, che se la sbrighi da sola. Tra l’altro, il governo tedesco dimostra anche in occasione del riarmo di guardare esclusivamente ai propri interessi nazionali. Perché gli altri non dovrebbero fare lo stesso? Una scelta certamente poco probabile sul piano politico, visto che a Bruxelles a comandare sono sempre i tedeschi. Eppure, bisognerebbe trovare il coraggio di provarci lo stesso. Italia, Francia, Spagna e altre grandi nazioni dovrebbero avviare le trattative sui dazi senza la Germania. L’egoismo deve essere ripagato con altrettanto egoismo.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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