Dazi zero, armi, gas e “muro” anti-cinese: le proposte che Meloni può presentare a Trump

In visita alla Casa Bianca dopodomani, la premier Giorgia Meloni punta sui dazi zero tra UE e USA. Anche altre proposte sul tavolo.
2 settimane fa
3 minuti di lettura
Dazi zero tra USA e UE?
Dazi zero tra USA e UE? © Licenza Creative Commons

E’ arrivata l’ora di Giorgia Meloni per fare valere i suoi buoni rapporti con l’amministrazione Trump e convincere così il presidente americano al passo indietro sulle politiche commerciali verso l’Unione Europea. Nei giorni scorsi, commentando con una battuta le sue aspettative sulla visita ufficiale alla Casa Bianca di giovedì 17, la premier italiana ha affermato di sperare che finisca con uno “zero a zero”. In che senso? Il riferimento è alla proposta, avanzata dalla stessa Commissione europea, di arrivare a una situazione di reciproci dazi zero. In pratica, l’UE azzererebbe le tariffe sulle importazioni di merci americane e gli USA farebbero altrettanto sulle importazioni europee.

Dazi zero e abbattimento barriere non tariffarie

Sarebbe il migliore risultato possibile per il commercio bilaterale. Dazi zero implicherebbero la nascita di una vera grande area economica per lo scambio di merci e servizi. Da sola, tuttavia, non basterebbe. Il presidente Trump ha attaccato duramente il “pessimo atteggiamento” di Bruxelles a proposito delle barriere non tariffarie. Si tratta di quelle regolamentazioni che finiscono per ridurre le importazioni dall’estero, spesso con pretesti legati alla sicurezza fisica e alimentare dei consumatori.

Meloni a Washington con assenso UE

I dazi zero non saranno l’unico asso nella manica di Meloni. A tale riguardo c’è da sottolineare come la premier non si recherà a Washington in qualità di rappresentante dell’UE, bensì da capo del governo italiano. Ma la presidente Ursula von der Leyen ha confermato ieri di essere in costante contatto con Palazzo Chigi e di puntare anche nella mediazione del nostro Paese per giungere a un accordo commerciale con gli USA, “di esclusiva competenza dell’UE”.

In altre parole, non possiamo aspettarci che formalmente dallo Studio Ovale Meloni esca con un accordo da mostrare a favore di telecamere. E’ auspicabile che sarà capace di strappare una qualche intesa e che ne riferirà subito dopo alla Commissione, affinché essa inizi ad intavolare le trattative.

Quali sarebbero le altre proposte, oltre ai dazi zero? Meloni è pronta a promettere a Trump che l’Unione Europea acquisterebbe più gas e armi dagli USA. Una richiesta, tra l’altro, esplicita dello stesso tycoon. E Bruxelles ha messo sul piatto tale proposta nel tentativo di scongiurare un innalzamento delle barriere tariffarie ai danni delle proprie esportazioni.

Più armi e gas dagli USA

Se l’acquisto del gas comporterebbe pochi problemi (già con la guerra tra Russia e Ucraina gli USA sono diventati primo fornitore di LNG all’Europa), anzi essendo preferibile continuare a differenziare le importazioni per minimizzare la dipendenza dalla Russia, sulle armi si apre una questione. L’Europa dovrà innalzare la spesa militare almeno al 2% del Pil, anche se dagli USA pretenderebbero che arrivasse almeno transitoriamente al 5%. L’Italia sarebbe tra le nazioni impossibilitate a spendere così tanto anche solo per qualche anno. La Germania ha già varato un piano in deficit da 500 miliardi di euro in 10 anni per questa voce del bilancio.

In ogni caso, grossi sacrifici fiscali con la speranza che almeno servano a sostenere le rispettive economie.

Ma se le armi fossero acquistate dagli USA, il beneficio per l’industria europea verrebbe parzialmente meno. E al contempo il nostro continente resterebbe strategicamente dipendente dall’alleato americano. Servirà trovare un’intesa onorevole con Trump per giungere, se non ai dazi zero, almeno alla riduzione di quelli annunciati.

Muro anti-Cina

L’ultima carta da giocare, ma non affatto la meno importante, per Meloni sarà il sostegno agli USA nell’imposizione dei dazi sulle merci cinesi. L’Unione Europea replicherebbe le medesime misure con l’obiettivo di accontentare la Casa Bianca nella sua strategia di contenimento del Dragone asiatico. Sarebbe nei fatti anche una necessità per evitare il rischio che Pechino, privata del mercato di sbocco americano, dirotti le sue esportazioni in eccesso verso il Vecchio Continente. Le nostre imprese si vedrebbero sommerse di prodotti cinesi concorrenti a bassissimo costo, a maggior ragione che l’euro si è rafforzato ai massimi di sempre nella media contro le altre valute mondiali.

Dazi zero obiettivo complicato

Tirando le somme, l’opzione dazi zero è meno velleitaria di quanto appaia. Non per questo sarà facile da raggiungere. Ad esempio, le carni con ormoni e i prodotti agricoli OGM rappresentano grossi ostacoli per un’area di reale libero scambio tra le sue sponde dell’Atlantico. I consumatori europei stessi chiedono tutele per la loro salute, mentre i produttori americani lamentano di subire la concorrenza europea senza avere pari accesso al nostro mercato. Differenze culturali e di sensibilità, oltre che un naturale contrasto tra interessi, che renderanno tortuoso sottoscrivere un’intesa a tutto campo. Ma Meloni sa che può e deve provarci, perché di mediatori politici più efficaci in Europa al momento non ne esistono.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema ECONOMIA

pensioni quota 41
Articolo precedente

Pensioni quota 41, come funziona oggi e come sfruttarla

dazi
Articolo seguente

La tregua sulla guerra dei dazi gioverà agli USA o all’Europa?