Le vacanze di Natale e l’imminente insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca hanno distolto l’attenzione mediatica sui guai della Francia, reduce da un 2024 a dir poco complicato sul piano politico e finanziario. Il quarto primo ministro in un anno ha tenuto ieri il suo discorso di politica generale all’Assemblea Nazionale. François Bayrou non ha avuto remore nel ribadire che il debito francese non sia “mai stato così alto nella storia”. Viaggia sopra il 112% del Pil e per gli analisti tenderà quasi al 120% nei prossimi anni.
Caos politico prosegue
Bayrou è stato nominato dal presidente Emmanuel Macron dopo che Michel Barnier era stato sfiduciato a inizio dicembre. Ma si ritrova a gestire gli stessi problemi e con le stesse difficoltà. Il deficit dovrà essere abbassato al 5,4% quest’anno, ma il governo non dispone di una maggioranza parlamentare. Dovrà affidarsi alle trattative sia con la destra di Marine Le Pen che con socialisti, comunisti e Verdi. La sinistra di Jean-Luc Mélenchon, invece, ha chiuso ad ogni forma di dialogo. E così, il debito francese sale senza una guida certa a Parigi.
Poiché a sinistra già si prepara una nuova mozione di censura, il primo ministro centrista sta cercando di evitare di fare la fine del predecessore. Dalla sua ha la dichiarazione del partito lepenista, che non voterà una sfiducia se sarà presentata nell’immediato dagli avversari della gauche. Tuttavia, ci sono alcune “linee rosse” che non dovranno essere superate, tra cui l’aumento delle tasse e i tagli ai servizi per i cittadini. E la reazione del leader Jordan Bardella è stata negativa ieri, definendo il governo “nato morto” e Bayrou “uomo non di rottura, ma della mediazione infinita”. Difficile immaginare soluzioni condivise per evitare che il debito francese acceleri la corsa.
Riforma pensioni nel mirino
Il primo ministro sta cercando di non perdere sostegno a sinistra ed ha aperto alla richiesta irrinunciabile dei socialisti per ridiscutere la riforma delle pensioni.
Bayrou ha promesso una verifica “senza tabù” in materia di pensioni e questo non depone a favore del debito francese. Sarebbero verosimilmente piccole concessioni, ma che dimostrano come la Francia non abbia sufficiente attenzione per l’ordine fiscale. Già gli Oat sono stati declassati ad AA- da S&P e Fitch e ad Aa3 da Moody’s nel corso del 2024. I loro rendimenti risultano ormai superiori a quelli spagnoli e persino della Grecia. Lo spread BTp-Oat a 10 anni si è ristretto ai minimi dal 2010, scendendo fino a una trentina di punti base nelle scorse sedute. Superava gli 80 punti poco prima che Macron indicesse elezioni anticipate a sorpresa per l’Assemblea Nazionale. Di questo passo non è irrealistico ipotizzare un azzeramento entro il medio termine.
Debito francese in crisi di credibilità
Se il decennale italiano ora è tornato a rendere esattamente quanto prima che la Banca Centrale Europea annunciasse il primo taglio dei tassi di interesse, quello francese viaggia su 45 punti sopra tale livello. Il deterioramento dei conti pubblici è stato evidente e l’unica certezza sta nel fatto che fino all’estate, nell’impossibilità di nuove elezioni, il governo zoppicante di Bayrou sarà costretto a mediare di continuo tra opposte fazioni politiche per non cadere.