L’anno è iniziato all’insegna della risalita per il debito pubblico nel mese di gennaio. Stando ai dati diffusi ieri dalla Banca d’Italia, lo stock ha registrato un aumento mensile di 14,8 miliardi a 2.980,5 miliardi di euro. Resta sotto i massimi storici, toccati nel novembre scorso a più di 3.004 miliardi. Una tendenza quasi scontata per le ragioni che vedremo. La lievitazione è stata quasi del tutto dovuto alle maggiori disponibilità liquide del Tesoro per 12,3 miliardi e salite a 49,9 miliardi, dato massimo dal dicembre del 2023.
Sale liquidità del Tesoro
In altre parole, il Tesoro ha aumentato le scorte di liquidità, come sempre accade nei primi mesi dell’anno e spesso fino all’estate inoltrata.
E’ negli ultimi mesi dell’anno che esso le impiega per ridurre le emissioni nette. E di conseguenza lo stock scende. Per il resto, il debito pubblico a gennaio è salito anche per il fabbisogno dello stato pari a 2,9 miliardi, in linea con lo stesso mese del 2024. La rivalutazione dei titoli di stato indicizzati all’inflazione, le variazioni del cambio e gli scarti di emissione hanno ridotto nel complesso l’indebitamento di 0,5 miliardi.
Abbuffata di BTp per investitori stranieri
Con riferimento ai creditori, i dati sono riferiti al mese di dicembre. Emerge che i residenti non finanziari, cioè le famiglie, hanno ridotto le loro detenzioni di bond del Tesoro di 5,32 miliardi, anche se la loro quota è rimasta invariata al 12,4%. Al contrario, gli investitori stranieri hanno continuato ad effettuare acquisti netti per 6,9 miliardi, arrotondando la loro quota dal 25,5% al 26%. Su base annua, gli italiani hanno rastrellato altri 43,6 miliardi di titoli di stato domestici.
Gli investitori stranieri hanno contribuito per poco meno di 120 miliardi.
Considerato che il debito pubblico sia cresciuto nel 2024 esattamente di 97 miliardi, i soli investitori stranieri hanno assorbito il 123,6% della sua crescita tramite bond. Le famiglie italiane hanno inciso per il 44,9%. Le loro maggiori esposizioni hanno più che compensato l’arretramento principalmente della Banca d’Italia di circa 54,5 miliardi e del sistema bancario-finanziario nazionale.
Debito pubblico a gennaio più vicino a 3.000 miliardi
Incrociando i dati con il Tesoro, scopriamo che l’aumento del debito pubblico a gennaio è stato inferiore alle emissioni nette di titoli di stato per 17,5 miliardi nel corso del mese. In base ai dati di fine 2024, invece, otteniamo che il rapporto debito/Pil dovrebbe essere salito al 135,3%, meno del 135,8% atteso dal governo Meloni con la presentazione del Piano strutturale di bilancio nell’autunno scorso. Salvo sorprese, già a febbraio o al più tardi a marzo lo stock tornerà a segnare 3.000 miliardi o più.