Il debito pubblico italiano non è atteso in calo dalla Commissione europea per il triennio 2016-2017, anzi i funzionari di Bruxelles hanno diramato cifre preoccupanti sullo stato di salute dei nostri conti pubblici, divergenti rispetto a quelli attesi dal nostro governo. Il rapporto tra debito e pil salirebbe quest’anno al 133% e ancora al 133,1% per i prossimi due anni, mentre il Tesoro calcola una costante discesa dal 132,8% di quest’anno al 132,6% l’anno prossimo e al 130,1% tra due anni.
La divergenza tra le cifre europee e quelle indicate dal governo Renzi risiede nel fatto che Bruxelles stima per l’Italia una crescita più bassa del pil e un deficit più elevato.
Il risanamento fiscale possiamo considerarlo finito
Il risanamento dei conti pubblici è stato pressoché nullo negli ultimi due anni e mezzo di governo Renzi, tanto che il rapporto tra deficit e pil è solo leggermente sceso, ma per effetto dei minori rendimenti pagati sui titoli di stato di nuova emissione, a loro volta conseguenza del “quantitative easing” e delle altre misure espansive messe in atto dalla BCE.
I movimenti al rialzo di queste ultime settimane per i rendimenti sovrani italiani, ma anche (in misura minore) per gli altri paesi dell’Eurozona, paventano una difficoltà ancora maggiore d’ora in avanti per risanare i conti pubblici, visto che la spesa per gli interessi sul debito è destinata a salire e per abbassare il deficit sarà necessario tagliare la spesa pubblica ancora di più. Improbabile che avvenga in una fase pre-elettorale. (Leggi anche: Conti pubblici bocciati dalla Commissione UE)