Decreto Salva-casa: come funziona il condono per soppalchi, aperture finestre e gradini

Come funziona il condono per soppalchi, aperture finestre e gradini? Ecco in cosa consiste il decreto Salva-casa.
5 mesi fa
2 minuti di lettura
decreto salva casa
Foto © Pixabay

Arriva il decreto Salva-casa, ovvero il condono per soppalchi, aperture finestre e gradini. Come canta Fabio Rovazzi con il brano La Mia Felicità: “Viaggio senza gravità, mi sembra di volare, c’è il mondo da salvare, dai, ti devo chiamare”.

Salvare il mondo non è di certo un gioco da ragazzi. Ognuno di noi, però, può provare nel proprio piccolo a fare qualcosa per contribuire al benessere personale e altrui.

Questo dovrebbe essere anche l’obiettivo delle istituzioni che hanno l’importante compito di tutelare i cittadini e mettere a disposizione degli strumenti ad hoc per garantire i loro diritti.

In tale abito si inserisce il cosiddetto decreto Salva-casa. Ma in cosa consiste?

Decreto Salva-casa: come funziona il condono per soppalchi, aperture finestre e gradini

Sulla Gazzetta Ufficiale numero 124 del 29 maggio 2024 è stato pubblicato il cosiddetto Decreto Salva-casa, contenente importanti misure in termini di semplificazione urbanistica ed edilizia. Il tutto con l’intento di fornire un riscontro immediato e concreto al crescente fabbisogno abitativo. A tal fine sono state introdotte delle modifiche al Testo Unico sull’edilizia, tra cui importanti interventi su difformità riguardanti edilizia libera, tolleranze costruttive ed esecutive. Entrando nei dettagli, come riportato anche sul sito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il decreto interviene solamente sulle:

casistiche di minore gravità, andando ad incidere sulle cosiddette lievi difformità. In particolare:

  • su quelle formali derivanti da incertezze interpretative della disciplina vigente rispetto alla dimostrazione dello stato legittimo dell’immobile;

  • sulle difformità edilizie delle unità immobiliari, risultanti da interventi spesso stratificati nel tempo, realizzati dai proprietari dell’epoca in assenza di formale autorizzazione;

  • sulle parziali difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi, a causa della disciplina della cd. “doppia conformità”.

Cambio di destinazione d’uso e semplificazione delle procedure vigenti

Grazie al decreto Salva-Casa si semplificano le procedure vigenti.

A titolo di esempio è stato introdotto il cosiddetto regime di silenzio-assenso. Ne consegue che se l’Amministrazione non risponde nei tempi prestabiliti, l’istanza del cittadino risulta essere accettata. Semplificato il cambio di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari, nel pieno rispetto delle normative di settore e delle eventuali disposizioni comunali.

Ma non solo, è possibile installare in regime di edilizia libera anche tende e strutture di protezione dal sole ed eventi atmosferici. Rientrano nella categoria di edilizia libera, ovvero senza bisogno di autorizzazione, gli scalini, le verande, i porticati, le tende e le pompe di calore.

Grazie all’aumento delle tolleranze, fino al 5% per immobili al di sotto dei 100 metri quadri, sarà più semplice sanare finestre, soppalchi o tramezzi. Questi però, è bene sottolineare, non devo essere destinati ad uso abitativo. Sarà possibile anche risolvere eventuali difformità legate alla mancata realizzazione di alcuni elementi del progetto quali, ad esempio, le scale o diverse ubicazioni delle aperture esterne e interne.

Il tutto sempre a patto di rispettare i vincoli paesaggisti e urbanistici. Non possono essere sanate con il decreto Salva casa le vetrate panoramiche amovibili che creano degli spazi chiusi. Vietato anche sanare balconi, manufatti esterni alla struttura originaria o dei piani in altezza.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

riforma pensione vecchiaia
Articolo precedente

Pensione vecchiaia: nel 2025 non basterebbero più 20 anni di contributi

concordato preventivo biennale
Articolo seguente

Concordato preventivo biennale. Ecco come il Fisco calcola il reddito