Default Venezuela evitato ancora, ma il rischio di esplosione della crisi s’impenna

Il default in Venezuela è stato allontanato ancora per un po', ma la crisi economica e politica è gravissima. Il bolivar crolla ai nuovi minimi storici sul mercato nero.
8 anni fa
2 minuti di lettura

 

Cancellato il referendum anti-Maduro, tensioni politiche altissime

La carenza di beni e servizi nel paese è allarmante, manca di tutto e 30 milioni di venezuelani sono costretti a fare la fila per anche tutto il giorno dinnanzi ai supermercati, salvo entrare e scoprire che gli scaffali sono vuoti. E le cose potrebbero mettersi di male in peggio, dato il crescendo di tensioni tra governo e opposizioni. (Leggi anche: Emergenza Venezuela, mortalità infantile più alta che in Siria)

Il presidente Nicolas Maduro ha cancellato un referendum, che era stato richiesto dalle forze di opposizione, maggioranza in Assemblea Nazionale, per ottenere la revoca del suo mandato, in scadenza solo nel 2019.

Il problema, secondo gli analisti, è che se da un lato il governo chavista ha evitato la rimozione certa del presidente con il voto popolare, dall’altro rischia di fare impennare le tensioni politiche, dato che il referendum avrebbe funto da incubatore della rabbia diffusa nel paese.

L’appello al dialogo di Papa Francesco

Papa Francesco ha chiesto il dialogo al governo di Caracas e poche ore fa si è appreso che i leader delle opposizioni avrebbero aperto a una trattativa non ufficiale con Maduro, anche se il due volte candidato alla presidenza, Henrique Capriles, ha invitato l’esecutivo a non strumentalizzare l’appello del Pontefice.

Se la Cina decide di staccare la spina, non rinnovando gli aiuti copiosamente elargiti nell’ultimo decennio, il default per il Venezuela sarà certo nel 2017, anche se il rischio maggiore al momento sarebbe l’esplosione della rabbia popolare, conseguenza di un deterioramento incredibile delle condizioni materiali del paese. Per questo, il ministro del Petrolio, Eulogio Del Pino, sta girano il mondo, alla ricerca di un’intesa per sostenere i prezzi energetici, unica speranza per Caracas di allontanare lo spettro di una degenerazione totale della crisi. Sempre che non sia tardi.

(Leggi anche: Crisi Venezuela, prestiti Cina in forse)

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Rumori molesti: quando per legge diventano insopportabili?

Articolo seguente

Cambiare nome e cognome: come si fa, iter burocratico da seguire