Sono riprese le tensioni tra Germania e la Commissione europea sulla richiesta da parte di Bruxelles a Berlino di contribuire alla ripresa dell’Eurozona, aumentando la spesa pubblica per investimenti di un mezzo punto di pil. Il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha risposto picche dal Bundestag, l’altro ieri, sostenendo che non solo la Germania ha incrementato nell’ultimo decennio gli investimenti a un ritmo di quasi sei volte superiore alla media dell’area, ma che i commissari non starebbero svolgendo il loro lavoro di controllo dei bilanci pubblici nazionali.
Il premier italiani Matteo Renzi, invece, ha colto la palla al balzo per evidenziare come siano i surplus della Germania a provocare la crisi nel resto dell’Eurozona. Chi ha ragione e perché? (Leggi anche: Germania attacca Commissione Juncker sui conti pubblici)
Perché è Germania contro tutti?
Partiamo dalla teoria economica dei cosiddetti “deficit gemelli” (“twin deficits”). Essa si basa sull’assunzione che un’economia con un disavanzo fiscale dovrebbe registrare contemporaneamente anche un deficit nella bilancia commerciale. Perché? Se un paese spende più di quanto incassa, significa che sta consumando eccessivamente, ma allora starebbe importando beni e servizi in più di quanti verosimilmente ne riesca ad esportare.
Ora, il caso della Germania è di natura opposta: l’economia tedesca è in forte attivo commerciale e corrente (inclusi i movimenti finanziari) e allo stesso tempo ha un bilancio statale in attivo, tanto che quest’anno dovrebbe chiudere con un surplus fiscale di 35 miliardi, pari all’1,2% del pil. (Leggi anche: Industria tedesca esporta a pieno ritmo)