Deficit gemelli e il caso tedesco: la possibile fine dell’euro spiegata ai non addetti ai lavori

Il caso tedesco e la teoria dei deficit (surplus) gemelli spiegano la crisi dell'euro e le conseguenze di un'eventuale inazione.
8 anni fa
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Se nessuno si muove, finisce l’euro

Sta di fatto, che il sistema di monitoraggio dei pagamenti intra-euro della BCE, noto come Target 2, segnala che l’Italia avrebbe oggi passività record per 355 miliardi, la Spagna per 320, mentre la Germania vanta un impressionante attivo di oltre 715 miliardi. Cosa significa? Che i tedeschi vantano crediti verso il resto dell’Eurozona per una cifra pari a quasi un quarto del loro pil, mentre l’Italia è in debito per quasi un quinto della sua ricchezza annua prodotta e la Spagna per circa il 30%.

Se al posto dell’euro ci fossero ancora le monete nazionali, anziché registrare questi rapporti di credito-debito, avremmo oggi una lira e una peseta molto più deboli e un marco tedesco molto più forte. L’Italia importerebbe forse meno auto tedesche e i tedeschi comprerebbero più spaghetti. Gli squilibri sarebbero ripianati dal gioco del cambio, cosa ormai impossibile. Dunque, o la Germania accetta di tagliare i suoi surplus o il Sud Europa si rilancia con un’azione dolorosa, ma necessaria, di svalutazione interna e risanamento fiscale, grazie alle famose riforme strutturali. Solo così si potrà porre fine alla crisi di larga parte dell’Eurozona. Una terza via, però, esiste: l’inazione. Ed è quella che probabilmente porterà all’autodistruzione dell’euro. (Leggi anche: Crisi Eurozona, distanze tra Germania e Sud si amplieranno)

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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