Per la prima volta dal 1959, la crescita dei prezzi al consumo nel 2016 è stata negativa rispetto all’anno precedente, segnando un calo dello 0,1%. Nonostante l’accelerazione dell’inflazione negli ultimi mesi dell’anno, passando dal +0,1% di novembre al +0,6% di dicembre, l’Italia registra la sua prima deflazione in quasi sei decenni. Conseguenza senz’altro del crollo dei prezzi energetici, che nella prima parte del 2016 sono arrivati a scendere ai minimi degli ultimi 13 anni, ma dietro ai prezzi “gelidi” degli ultimi tempi (variazione nulla nel 2014 e di appena il +0,1% nel 2015) si nasconde una crisi dei consumi delle famiglie, che viene ben sintetizzata dai dati ufficiali dell’Istat.
Nel 2007, ultimo anno prima della crisi, ciascuna famiglia italiana spendeva mediamente 2.480 euro al mese. Nel 2015, la cifra saliva di pochissimo, ovvero a quasi 2.500 euro mensili. In attesa del dato ufficiale sul 2016, ma in previsione di un aumento dei consumi nell’ordine dell’1%, potremmo stimare in 2.525-2.530 euro al mese la spesa di un nucleo familiare nell’anno appena trascorso, cosa che si tradurrebbe in una crescita dell’1,8% rispetto ai livelli di 9 anni prima. (Leggi anche: Risparmi famiglie ai massimi dal 2010, consumi fermi)
Consumi reali delle famiglie caduti del 10% dal 2007
Ora, per quanto pochissimo, si tratterebbe sempre di un aumento, senonché nello stesso arco di tempo si è registrata un’inflazione cumulata superiore al 12%, pari a un tasso di crescita annuo dei prezzi dell’1,3%. In termini reali, quindi, è come se i consumi degli italiani si fossero ridotti di oltre il 10%. Parliamo di una somma pari a circa 80 miliardi, che Codacons valuta in -3.300 euro all’anno per ciascuna famiglia.
Parliamo di un valore, che corrispondente a circa il 60% del tracollo del pil reale accusato dalla nostra economia nello stesso arco di tempo. Non è un caso, che si tratti anche della stessa percentuale a cui si attestano i consumi delle famiglie rispetto al pil.