Il Dottor Sottile non accetta critiche, anche se le esprime senza peli sulla lingua nei confronti altrui. L’uomo del prelievo forzoso abbandona la presidenza del Comitato Algoritmi, istituito presso la Presidenza del Consiglio per offrire una consulenza in merito alla legislazione sull’Intelligenza Artificiale. “Peccato, ci perdono qualcosa”, afferma Giuliano Amato, esponente del deep state italiano, forse colui che è riuscito a transitare dalla Prima alla Seconda Repubblica con maggiore successo. E’ stato un po’ tutto nella sua lunga carriera politico-istituzionale: deputato, segretario alla Presidenza del Consiglio, vice-premier, ministro del Tesoro, due volte premier, presidente dell’Antitrust, ministro per le Riforme istituzionali, ministro dell’Interno, giudice e poi presidente della Corte Costituzionale.
Attacco al governo Meloni: “pericolo per la democrazia”
Le dimissioni sono arrivate dopo che la premier Giorgia Meloni si era detta “basita” in conferenza stampa delle dichiarazioni di Amato, secondo cui in Italia vi sarebbe un “pericolo per la democrazia” a causa “di questa destra populista”, accusata di non accettare le sentenze della Corte Costituzionale a tutela delle minoranze, come gay e migranti. Il Dottor Sottile cercava abilmente di accreditarsi probabilmente come riferimento anti-governativo, lui che da premier si disse rammaricato per non avere potuto impedire il Gay Pride a Roma nel 2000 e che da ministro dell’Interno avvertì i sindaci nel 2007 che avrebbero commesso reato con la trascrizione dei matrimoni tra omosessuali all’estero.
Prelievo forzoso per rimediare al lassismo fiscale dei suoi stessi governi
Per tutti sarà ricordato in eterno come l’uomo del prelievo forzoso, lo “scippo” del 6 per mille dai conti correnti per cercare di ridurre il deficit fiscale in vista dell’ingresso dell’Italia nell’euro. L’uomo dell’austerity, si direbbe, perlomeno se non si conoscesse la sua storia politica negli anni Ottanta, da socialista all’ombra di Bettino Craxi. Fu uno dei suoi più stretti collaboratori e proprio nel periodo in cui il debito pubblico galoppava.
Con la Prima Repubblica traballante, fu nominato premier a capo di un governo di centro-sinistra, cioè composto dagli stessi partiti che avevano mandato in rovina il bilancio dello stato. Era l’estate del 1992 quando in gran segreto annunciò l’imposizione di un prelievo forzoso sui conti degli italiani, una stangata retroattiva che la Corte Costituzionale avrebbe successivamente dichiarato “legittima”. Ci mancherebbe difendere persino i diritti dei contribuenti!
Mancata elezione a presidente della Repubblica
Due anni fa, il colpaccio mancato: l’elezione a presidente della Repubblica dopo Sergio Mattarella. Silvio Berlusconi era favorevole, ma le cose non andarono come sperato. Non era la prima volta che il suo nome girasse per il Quirinale. L'”avvedutezza” di parte del centro-destra è trasparsa tutta nell’attacco di Amato contro di esso di pochi giorni fa. Ora che il Cavaliere non c’è più, forse il Dottor Sottile ha perso ogni speranza di salire al Colle. Va verso gli 86 anni e servirebbero dimissioni immediate di Mattarella e un’altra maggioranza parlamentare per avere qualche chance. Insomma, mai dire mai, ma sembra che la poltrona più ambita non possa essere annoverata tra quelle del lungo curriculum.
Rimane un mistero la ragione del suo attacco scomposto a un governo, che in fondo gli aveva concesso di occupare un’ultima poltrona inattesa, pur non prestigiosa. Che Amato ambisca a qualcos’altro di più importante? Di cariche di sottogoverno ne esistono infinite. Ci sono i CDA delle grandi partecipate statali o le autorità indipendenti, tanto per parlare di poltrone di un certo livello. Ma risulta poco credibile che dichiarazioni così gravi contro l’attuale maggioranza avrebbero potuto portargli qualcosa di buono.