Denaro contante è democrazia e libertà: le ragioni per difenderlo a ogni costo

L'uso del contante è espressione di libertà e di democrazia. Se lo abolissero, saremmo sudditi dei governi e delle banche. Ecco perché.
8 anni fa
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Banche e governi unici veri vincitori

Sarebbe corretto, ad esempio, pagare le tasse per pagare, oltre ai servizi per il cittadino, anche sprechi di stato sulle spalle di chi lavora e produce? Senza il contante, l’unico modo che i cittadini avrebbero per sfuggire alla scure fiscale sarebbe punire chi li ha governati, mandandoli a casa. Ma è più facile a dirsi che a farsi. La spesa pubblica crea anche dipendenza: mandereste mai a casa un governo, che ti mandasse un sussidio per startene comodamente seduto sulla tua poltrona del salotto tutto il giorno?

C’è un altro vincitore dall’abolizione del contante: le banche.

Tutte le transazioni dovrebbero necessariamente passare per un conto bancario, perché i pagamenti avverrebbero tramite carta di credito o bancomat. Le banche guadagnerebbero per quattro motivi: 1) lucrerebbero dalle commissioni applicate ai pagamenti; 2) si troverebbero a disposizione una liquidità molto più abbondante; 3) potrebbero trasferire ai clienti il costo di manovre monetarie estreme, come i tassi negativi di questi anni, non avendo più il timore di perdere depositi, visto che tutti i cittadini sarebbero costretti di fatto a possedere un conto e a farvi transitare l’intero reddito maturato nell’anno; 4) non subirebbero scossoni nemmeno in caso di bail-in ai danni di uno o più istituti, in quanto la fuga di liquidità dal settore non sarebbe possibile.

Il rischio di una patrimoniale

In poche parole, con la scusa della lotta all’evasione fiscale e alla criminalità organizzata, perderemmo quote di libertà e di democrazia. Dovremmo subire passivamente le inefficienze dei governi, le scelte delle banche e potremmo essere chiamati a riparare i conti di entrambi senza poter muovere un dito.

A tale proposito, si pensi al “grande sogno” di una tassa patrimoniale. Ad oggi, un po’ tutti i governi in Italia lo hanno accarezzato, ma senza mai poterlo realizzare in maniera compiuto.

Gli italiani posseggono ricchezza per quasi 9.000 miliardi di euro, di cui oltre 1.600 miliardi detenuti sotto forma di liquidità in banca (ma sarebbero di più con la fine del contante).

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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