La Germania paga cash
Ebbene, se oggi imponessimo, ad esempio, una patrimoniale su tutti i beni liquidi e non posseduti, i risparmiatori potrebbero reagire spostando altrove il loro denaro o ritirandolo dalle banche, mettendo queste ultime in crisi. Ma senza il contante, con l’obbligo di transazioni tracciate, tale reazione non sarebbe più possibile, per cui anche un prelievo forzoso potrebbe essere imposto senza grossi problemi, magari limitando come in Grecia nell’estate del 2015 il ritiro di denaro ai bancomat e i pagamenti con carte.
E non facciamoci prendere in giro da quanti (quasi tutti) ci spiegano che noi italiani saremmo culturalmente arretrati, perché continuiamo a pagare in contanti la gran parte delle nostre spese. La Germania, prima economia europea e certamente non un paese di zoticoni ignoranti, non prevede alcun limite ai pagamenti in contanti, che rappresentano l’80% delle transazioni e solo il 27% dei tedeschi possiede una carta di credito, secondo la Bundesbank, contro la media europea del 40%.
Tedeschi contro schiavitù digitale
Una delle ragioni per cui i tedeschi odierebbero le carte di credito e di debito è la loro gelosa custodia dell’anonimato. Se voglio dare 100 euro alla mia amante, è necessario che ne rimanga traccia da qualche parte? Quale potere abnorme avrebbe una banca o chi per essa trattasse i miliardi di dati posseduti? Non diverremo per caso tutti ricattabili, essendo la nostra riservatezza soppiantata da un Grande Fratello invadente e potenzialmente onnipresente?
Quando il governatore Mario Draghi ha annunciato lo stop all’emissione di nuove banconote da 500 euro, la reazione più furente si è avuta proprio in Germania, dove si è creato anche un movimento contro la “schiavitù digitale”, in difesa del “diritto umano” a poter utilizzare il contante, invocato dalla Bundesbank, che rinomatamente è un istituto di beceri cavernicoli.