Il legislatore riconosce una detrazione IRPEF del 26% a fronte delle erogazioni liberali fatte in favore di partiti politici. Lo sgravio fiscale spetta anche se l’erogazione liberale è fatta dai candidati e dagli eletti alle cariche pubbliche in conformità a previsioni regolamentari o statutarie.
Vediamo, invece, cosa è previsto per quota pagata ai fini del tesseramento al partito politico e, quindi, se anche tale somma può essere considerata come detraibile ai fini fiscali per il tesserato.
I requisiti per la detrazione
Innanzitutto, occorre precisare che il diritto alla detrazione dell’erogazione liberale ai partiti politici è ammessa solo laddove rispettati entrambi i seguenti requisiti:
- il partito politico destinatario dell’erogazione deve risultare iscritto nel registro nazionale previsto dall’art.
4 del decreto-legge. n. 149 del 2013
- il versamento dell’erogazione deve risultare da pagamento mediante banca o posta o, comunque, da altro strumento tracciabile (carte di debito, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari e circolari). Non è detraibile l’erogazione eseguita in contanti.
Lo sgravio fiscale è ammesso secondo il principio di cassa. Quindi, ad esempio, nel Modello 730/2022 (da presentare quest’anno) si detraggono le erogazioni “pagate” nell’anno d’imposta 2021.
Erogazioni liberali al partito politico: le spese escluse
Come chiarito nella Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 7/E del 2021, la detrazione del 26% in commento non spetta per:
- i contributi versati a favore dei comitati elettorali, liste e mandatari in quanto privi di una loro rappresentanza in Parlamento
- la quota versata per il tesseramento o la quota associativa, trattandosi di versamento eseguito per avere il diritto a partecipare alle vicende del partito.
Dunque, la spesa pagata da un cittadino per la tessera al partito politico non rientra tra quelle detraibili in dichiarazione redditi.
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