Acquistare una casa in Italia è diventato sempre più difficile negli ultimi anni a causa di una serie di fattori economici e sociali. Innanzitutto, il costo degli immobili è cresciuto notevolmente, specialmente nelle grandi città come Milano, Roma e Firenze, dove la domanda supera di gran lunga l’offerta. Questo aumento dei prezzi rende difficile per molte persone, in particolare i giovani, poter mettere insieme il denaro necessario per un acconto, senza contare le spese accessorie come tasse, assicurazioni e oneri notarili.
Inoltre, l’accesso ai mutui è diventato più complesso e selettivo. Le banche richiedono spesso garanzie molto solide, redditi stabili e permanenti, e questo esclude una parte significativa della popolazione, in particolare i lavoratori precari o con contratti a tempo determinato. Anche i tassi di interesse possono rappresentare un ostacolo, poiché fluttuano in base alle politiche economiche globali e alle condizioni del mercato finanziario.
Un altro elemento che complica l’acquisto di una casa è la burocrazia. Il processo di compravendita immobiliare in Italia può essere lungo e complesso, con numerosi passaggi e documenti da gestire. Le leggi urbanistiche e i regolamenti locali possono variare notevolmente da una regione all’altra, aggiungendo ulteriori difficoltà.
Infine, la pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sull’economia italiana, riducendo la capacità di risparmio delle famiglie e aumentando l’incertezza lavorativa. Tutti questi fattori combinati rendono l’acquisto di una casa un obiettivo sempre più arduo da raggiungere per molti italiani, spingendo molti a rimanere in affitto o a vivere con i propri genitori più a lungo del previsto.
Scelta tra mutuo e leasing casa
Acquistare una casa rappresenta un’importante decisione finanziaria, che comporta un impegno economico significativo e duraturo. Una delle modalità più comuni per intraprendere questo passo è la stipula di un mutuo con una banca. Tale impegno si traduce in rate mensili, spesso accompagnate da un’ipoteca sull’immobile come garanzia per la banca.
Tuttavia, per coloro che desiderano evitare le preoccupazioni legate all’ipoteca o che non possono permettersi un mutuo tradizionale, esiste un’alternativa: il leasing immobiliare. Con questa formula, l’acquirente paga un canone mensile per tutta la durata del contratto e, alla scadenza, ha la possibilità di acquistare l’immobile pagando il cosiddetto prezzo di riscatto.
La detrazione del leasing casa
In passato, il leasing immobiliare presentava vantaggi anche dal punto di vista fiscale. Infatti, fino a poco tempo fa, coloro che sceglievano questa soluzione potevano beneficiare di una detrazione IRPEF del 19% sui canoni di leasing e sui relativi oneri accessori, nonché sul costo di acquisto in caso di esercizio dell’opzione finale di riscatto. Inoltre, erano oggetto di sgravio fiscale anche gli oneri sostenuti per eventuali contratti di assicurazione sull’immobile e i costi di intermediazione sostenuti dalla parte concedente il finanziamento.
Questa agevolazione fiscale, tuttavia, è stata riservata ai contratti di leasing stipulati nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2020, a condizione che l’immobile fosse adibito ad abitazione principale del contribuente, ovvero che il contribuente vi trasferisse dimora e residenza.
La detrazione leasing casa in dichiarazione redditi
Purtroppo, la normativa non è stata prorogata oltre il 2020. Pertanto, la detrazione fiscale del 19% sui canoni di leasing e sugli oneri accessori rimane limitata ai contratti stipulati entro il 31 dicembre 2020 e si applica per tutta la durata del contratto stesso. Di conseguenza:
- coloro che hanno stipulato contratti di leasing entro il 31 dicembre 2020 possono continuare a beneficiare, in dichiarazione redditi, di questi vantaggi fiscali. Per questi ultimi, esiste ancora la detrazione sui canoni pagati e sul prezzo finale pagato per l’eventuale riscatto dell’immobile. Lo sgravio è per cassa. Quindi, nel 730/2024 (anno d’imposta 2023) si portano in detrazione i canoni leasing “pagati” nel 2023
- coloro che hanno stipulato contratti di leasing per l’acquisto della casa dopo il 2020 non possono più beneficiare di questi vantaggi fiscali. Per questi ultimi, non esiste alcuna detrazione né sui canoni pagati né sul prezzo finale pagato per l’eventuale riscatto dell’immobile.
Invece, resta in vigore la detrazione del 19% sugli interessi pagati per il mutuo dell’abitazione principale.
Tutti i chiarimenti sono contenuti nella circolare sugli oneri detraibili (Circolare n. 14/E del 2023).
Valutazioni finali
La detrazione leasing casa rappresentava, certamente, un’opportunità interessante per chi voleva acquistare un’abitazione principale senza ricorrere a un mutuo tradizionale.
Tuttavia, con la fine del periodo di applicazione delle agevolazioni fiscali, questa soluzione ha perso gran parte della sua attrattiva economica.
Chi desidera acquistare casa oggi deve valutare attentamente le proprie opzioni e considerare che, attualmente, il mutuo ipotecario offre vantaggi fiscali superiori rispetto al leasing immobiliare.
Riassumendo…
- impegno finanziario acquisto casa: mutuo con rate mensili e ipoteca o leasing con canone mensile
- leasing immobiliare: alternativa per chi evita l’ipoteca o non può permettersi un mutuo
- vantaggi fiscali passati: detrazione IRPEF 19% su canoni leasing e oneri accessori per contratti stipulati tra il 2016 e il 2020
- condizioni agevolazioni: immobile come abitazione principale
- fine agevolazioni: nessuna detrazione per leasing stipulati dopo il 2020
- vantaggi fiscali mutuo: detrazione 19% su interessi mutuo abitazione principale ancora in vigore.