Detrazione spese universitarie. Ecco quanto si potrà scaricare nella prossima dichiarazione dei redditi (nuovo decreto MIUR)

Il MIUR conferma la detrazione delle spese universitarie con i limiti già in essere lo scorso anno, agli importi va aggiunta la tassa regionale per il diritto allo studio
10 mesi fa
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Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, MIUR, ha fissato la detrazione delle spese universitarie ossia le spese massime detraibili per la frequenza delle università private compresa l’iscrizione ai  corsi post laurea. Ciò è avvenuto con il decreto 7 dicembre pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale (GU Serie Generale n.24 del 30-01-2024).

Vengono confermate le soglie massime già in essere per lo scorso anno. Si dovrà tenere conto dei nuovi limiti rispetto alle spese da indicare nella prossima dichiarazione dei redditi: 730 e modello Redditi 2024, periodo d’imposta 2023.

Si ponga attenzione al fatto che, agli importi che vedremo a breve va sommato quello della tassa regionale per il diritto allo studio. Nel limite di spesa individuato dal decreto del MIUR, è invece compresa l’imposta di bollo.

Prima di entrare nello specifico del decreto, è utile ricordare quali sono gli oneri che possono essere scaricati in dichiarazione dei redditi a titolo di spese di istruzione universitaria.

La detrazione delle spese universitarie

Rientrano nelle spese universitarie detraibili al 19% (vedi art. 15, lett. e), del TUIR):

  • le tasse di immatricolazione ed iscrizione (anche per gli studenti fuori corso);
  • le spese sostenute per la cosiddetta “ricognizione” (si tratta di un diritto fisso da corrispondere per anno accademico da coloro che non abbiano rinnovato l’iscrizione per almeno due anni accademici consecutivi, che consente di riattivare la carriera pagando e regolarizzando eventuali posizioni debitorie relative ad anni accademici precedenti al periodo di interruzione);
  • le soprattasse per esami di profitto e laurea;
  • i costi per la partecipazione ai test di accesso ai corsi di laurea, eventualmente previsti dalla facoltà, in quanto lo svolgimento della prova di preselezione costituisce una condizione indispensabile per l’accesso ai corsi di istruzione universitaria (Risoluzione 11.03.
    2008 n. 87);
  • la frequenza dei Tirocini Formativi Attivi (TFA) per la formazione iniziale dei docenti istituiti, presso le facoltà universitarie o le istituzioni di alta formazione artistica.

Rappresentano oneri detraibili anche le spese sostenute per: ricongiunzione di carriera; iscrizione all’appello di laurea e rilascio della pergamena; frequenza a corsi singoli, finalizzati o meno all’ammissione a un corso di laurea magistrale; trasferimenti di ateneo; passaggi di corso.

Anche le spese sostenute per le università telematiche possono essere scaricate nel 730.

Spese universitarie. Ecco quanto si potrà scaricare nella prossima dichiarazione dei redditi (nuovo decreto MIUR)

La normativa fiscale dispone che la detrazione delle spese universitarie è ammessa:

  • sull’intera spesa sostenuta se l’università è statale,
  • per le università non statali invece, l’importo ammesso alla detrazione non deve essere superiore a quello stabilito annualmente per ciascuna facoltà universitaria con decreto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, tenendo conto degli importi medi delle tasse e contributi dovuti alle università statali nelle diverse aree geografiche.

Da qui la pubblicazione del decreto 7 dicembre.

L’individuazione dei limiti di spesa avviene:

  • per ciascuna area disciplinare di afferenza e
  • zona geografica in cui ha sede l’Ateneo presso il quale e’ presente il corso di studio.

A ogni modo si dovrà tenere conto delle nuove regole sulle detrazioni Irpef.

I nuovi limiti di spesa

I nuovi limiti di spesa sono così individuati:

  • Area medica: € 3.900 (Nord), € 3.100 (Centro), € 2.900 (Sud e isole);
  • Area Sanitaria: € 3.900 (Nord), € 2.900 (Centro), € 2.700 (Sud e isole);
  • Scientifico-Tecnologica: € 3.700 (Nord), € 2.900 (Centro), € 2.600 (Sud e isole);
  • Umanistico-sociale: € 3.200 (Nord), € 2.800 (Centro), € 2.500 (Sud e isole).

Al decreto sulle spese per le università private è allegato un documento, dalla cui consultazione è possibile avere conferma della riconducibilità del proprio corso di studio a una delle suddette aree disciplinari.

Per i corsi di dottorato, di specializzazione e master universitari di primo e di secondo livello € sono stati confermati i seguenti limiti, rispettivamente per Nord, Centro, Sud e isole: 3.900, € 3.100, € 2.900.

Riassumendo…

  • Il MIUR ha individuato gli importi delle tasse e dei contributi di iscrizione alle universita’ non statali detraibili;
  • i limiti di spesa hanno valenza rispetto alla prossima dichiarazione dei redditi;
  • agli importi individuati dal MIUR va sommato quello della tassa regionale per il diritto allo studio. 

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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