Detrazione Università telematica. Cosa si scarica in dichiarazione dei redditi?

Le spese per i corsi di laurea svolti dalle università telematiche possono essere detratte, al pari di quelle per la frequenza di altre università non statali
2 anni fa
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Università non statale: limiti di detrazione per la Dichiarazione Redditi 2022
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Oramai da diversi anni le Università telematiche si sono ritagliate un ruolo molto importante nel settore dell’istruzione. Vuoi per la semplificata fruizione dei corsi nonché per lo snellimento delle procedure di esame,  gli esami si fanno a crocette, sono molti gli studenti che hanno preferito l’università telematica a quella pubblica. In molti casi si tratta di studenti lavoratori che non hanno tante ore a disposizione da dedicare allo studio.

Detto ciò, anche la frequentazione dell’università telematica comporta dei costi, molte volte volte superiori a quella dello dell’università pubblica.

Al pari dell’università pubblica anche i costi per l’università telematica possono essere scaricati in dichiarazione dei redditi.

Vediamo quali sono costi che possono rientrare nella c.d. “detrazione dell’università”.

La detrazione per le spese di istruzione universitaria

L’art.15 del TUIR, alla lettera e) prevede la detrazione del 19% per le spese universitarie sostenute dal contribuente per se stesso o per i familiari a carico.

La detrazione opera senza limiti di spesa per le università pubbliche. Al contrario per le università private è necessario tenere conto dei limiti fissati anno per anno dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca.

Detto ciò, la detrazione delle spese universitarie è ammessa in riferimento a (circolare 19/E 2020):

  • corsi di istruzione universitari;
  • corsi universitari di specializzazione (per la frequenza di corsi di specializzazione in psicoterapia post universitaria la detrazione spetta se gli stessi sono effettuati pressocentri accreditati presso il MIUR);
  • i corsi di perfezionamento (Circolare 1.06.1999 n. 122, risposta 1.2.5);
  • master universitari;
  • corsi di dottorato di ricerca. Ai sensi del D.M. n. 270 del 2004 e della legge n. 210 del 1998, il dottorato di ricerca rappresenta un titolo conseguito a seguito di uno specifico corso previsto dall’ordinamento per consentire ai laureati di acquisire un grado di preparazione necessaria per svolgere l’attività di ricerca di alta qualificazione (Risoluzione 17.02.2010 n. 11);
  • ecc.

Rispetto ai corsi citati è possibile scaricare in dichiarazione dei redditi,  ad esempio: le tasse di immatricolazione ed iscrizione (anche per gli studenti fuori corso); le spese sostenute per la cosiddetta “ricognizione” (si tratta di un diritto fisso da corrispondere per anno accademico da coloro che non abbiano rinnovato l’iscrizione per almeno due anni accademici consecutivi, che consente di riattivare la carriera pagando e regolarizzando eventuali posizioni debitorie relative ad anni accademici precedenti al periodo di interruzione); soprattasse per esami di profitto e laurea; la partecipazione ai test di accesso ai corsi di laurea, eventualmente previsti dalla facoltà, in quanto lo svolgimento della prova di preselezione costituisce una condizione indispensabile per l’accesso ai corsi di istruzione universitaria (Risoluzione 11.03.2008 n. 87); ecc.

Detrazione Università telematica. Cosa si scarica in dichiarazione?

Venendo alle Università telematiche, nella circolare n°24/E 2022, l’Agenzia delle entrate ha ribadito che:

le spese per i corsi di laurea svolti dalle università telematiche possono essere detratte, al pari di quelle per la frequenza di altre università non statali, facendo riferimento all’area tematica del corso e, per l’individuazione dell’area geografica, alla regione in cui ha sede legale l’università (Circolare 06.05.2016 n. 18/E, risposta 2.3).

Rispetto alle spese 2022 che potranno essere indicate nella dichiarazione dei redditi da presentare quest’anno, i limiti individuati per area geografica e per area tematica del corso sono quelli del decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca n. 1406/2022 del 23 dicembre 2022.

Il limite individuato dal decreto del MUR include: tasse e contributi di iscrizione, la spesa sostenuta per il test di ammissione nonché l’imposta di bollo.

Agli importi ossia ai limiti individuati dal MIUR va sommato l’importo relativo alla tassa regionale per il diritto allo studio.

Ipotizziamo che lo studente X sia sia iscritto ad un’università telematica, con sede legale nella regione Basilicata, ad un corso denominato “Scienze dell’economia e della gestione aziendale”, area Umanistico-Sociale, classe laurea L-18.

Il corso è tenuto nella stessa regione.

In base ai limiti stabiliti dal MIUR, lo studente citato potrà detrarre un importo pari a: 2500*19%= 475 euro. Per individuare tale limite di spesa detraibile si prende a riferimento l’area disciplinare del corso, nel caso specifico Umanistico sociale nonchè l’area geografica dell’ateneo, Sud e isole nel nostro esempio.

Per i redditi oltre 120.000 la detrazione subisce una decurtazione.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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