I nuovi tagli sono previsti soltanto per i ceti più ricchi, e, secondo quanto disposto dalla bozza del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020, di recente discussa in consiglio dei ministri, porterà ad un aumento del gettito fiscale per le casse dello stato, garantendo, al tempo stesso, equità sociale.
Detrazioni per spese mediche: quali si possono recuperare
Attualmente, ad essere incluse in questo progetto, sarebbero tutte le spesa collegate alle prestazioni sanitarie, quali:
– Prestazioni rese da un medico generico (incluse quelle di medicina omeopatica);
– Acquisto di medicinali (anche omeopatici) da banco o con ricetta medica;
– Acquisto (fino al 2018) di alimenti a fini medici speciali, con esclusione di quelli destinati ai lattanti;
– Prestazioni specialistiche;
– Analisi, indagini radioscopiche, ricerche e applicazioni, terapie;
– Prestazioni chirurgiche;
– Ricoveri per degenze o collegati a interventi chirurgici;
– Trapianto di organi;
– Cure termali (escluse le spese di viaggio e soggiorno);
– Acquisto o affitto di dispositivi medici e attrezzature sanitarie (comprese le protesi sanitarie);
– Assistenza infermieristica e riabilitativa (per esempio, fisioterapia, kinesi-terapia, laser-terapia, eccetera);
– Prestazioni rese da personale in possesso della qualifica professionale di addetto all’assistenza di base o di operatore tecnico assistenziale esclusivamente dedicato all’assistenza diretta della persona;
– Prestazioni rese da personale di coordinamento delle attività assistenziali di nucleo;
– Prestazioni rese da personale con la qualifica di educatore professionale;
– Prestazioni rese da personale qualificato addetto ad attività di animazione e di terapia occupazionale.
Ricordiamo, inoltre, che tali spese possono essere oggetto di detrazioni (al 19%) soltanto per l’importo eccedente 129,11 euro
La nuova proposta, attualmente in fase di discussione, prevederebbe un taglio alle detrazioni del 19% per spese sanitarie (e non solo) per i percettori di redditi superiori ai 120 mila euro annui, e l’azzeramento totale di chi, invece, nell’arco di un anno abbia percepito un reddito superiore ai 240 mila euro. Insomma un taglio al welfare, ma solo per pochi.
Da questa modifica normativa, il governo prevede un maggior gettito fiscale, tutto sommato, non poi cosi rilevante. Poco più di 80 milioni di euro la cifra attesa.