Abbiamo finalmente un quadro più chiaro su come si muoverà l’economia politica nel nostro Paese; il Documento di economia e finanza 2025 (DfP) è stato approvato dal Consiglio dei Ministri l’8 aprile 2025. Questo documento, pur in assenza della sezione programmatica, getta le basi per la prossima manovra economica del governo Meloni, indicando con chiarezza quali sono i margini di azione disponibili e gli obiettivi macroeconomici da raggiungere. Si tratta di una cornice importante, anche se meno dettagliata rispetto agli anni precedenti, che risente inevitabilmente del contesto politico e delle incertezze derivanti dalle prossime elezioni europee.
Nel DfP 2025 viene confermato un quadro di finanza pubblica improntato alla prudenza, con la volontà di garantire il rispetto delle regole europee e allo stesso tempo sostenere la crescita, seppur in un contesto di rallentamento economico.
La decisione di presentare un documento “a politiche invariate”, senza cioè indicare misure specifiche in attesa della nota di aggiornamento a settembre, è stata dettata dall’attesa riforma delle regole del Patto di Stabilità e da un quadro macroeconomico in evoluzione.
Le previsioni economiche per il triennio 2025-2027
Il DfP 2025 prevede una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) pari allo 0,9% per il 2024 e dell’1,2% per il 2025. Si tratta di una revisione al ribasso rispetto a quanto indicato lo scorso autunno, in linea con quanto stimato anche da altri organismi internazionali. Il rallentamento è attribuito a fattori esogeni, come il rallentamento del commercio mondiale, l’alto livello dei tassi di interesse e le tensioni geopolitiche, in particolare quelle legate alla guerra in Ucraina e alla crisi in Medio Oriente.
Il debito pubblico, dopo il picco legato alla pandemia e al Pnrr, è previsto in discesa, ma più lenta rispetto a quanto auspicato.
Secondo il DfP, il rapporto debito/Pil dovrebbe passare dal 137,8% del 2024 al 137,2% nel 2025, per poi calare progressivamente fino al 135% nel 2027. Il deficit, invece, si attesterà al 4,3% nel 2024, per poi scendere sotto la soglia del 3% nel 2027, in linea con gli obiettivi europei.
Dal punto di vista del mercato del lavoro, le previsioni restano caute ma positive: si prevede una crescita dell’occupazione dello 0,9% nel 2025, con un tasso di disoccupazione che dovrebbe attestarsi intorno all’8,1%, in calo rispetto all’8,5% del 2024. Anche l’inflazione dovrebbe tornare sotto controllo, con un tasso previsto al 2,1% per l’anno in corso.
Le priorità della prossima manovra
Nonostante l’assenza della sezione programmatica, il DfP 2025 lascia intendere quali saranno le priorità del governo per la prossima legge di bilancio. In cima all’agenda c’è la conferma del taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, una misura già in vigore nel 2024 e che il governo intende rendere strutturale. Questo intervento, che comporta un significativo costo per lo Stato (oltre 10 miliardi di euro), ha lo scopo di aumentare il potere d’acquisto dei salari e contrastare l’erosione causata dall’inflazione.
Un’altra priorità sarà quella di rafforzare la crescita economica attraverso misure di sostegno agli investimenti e alla produttività.
Si parla di un possibile intervento sulle aliquote Ires per favorire le imprese che reinvestono gli utili, così come di incentivi per la formazione e la transizione digitale. Il governo punta anche a una maggiore efficienza della spesa pubblica, con una revisione della spesa (spending review) per recuperare risorse utili.
La legge di bilancio 2025 dovrà inoltre fare i conti con la fine della flessibilità concessa negli anni della pandemia e con il ritorno a un quadro europeo più stringente. In questo contesto, il governo dovrà coniugare il rispetto dei vincoli con la necessità di non soffocare la crescita. La revisione del Patto di Stabilità, ancora in fase di definizione, sarà un elemento decisivo.
Pnrr, pensioni e welfare: i nodi da sciogliere
Un capitolo importante resta quello del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Il DfP sottolinea che l’attuazione del piano è ancora un volano fondamentale per la crescita, ma riconosce anche alcune criticità nei tempi di realizzazione. Alcuni progetti sono in ritardo, e il governo sta valutando rimodulazioni e possibili proroghe in accordo con la Commissione europea. Il successo del Pnrr è cruciale anche per ottenere le ultime tranche di fondi, che ammontano a circa 40 miliardi.
Sul fronte previdenziale, si conferma l’intenzione di superare gradualmente le misure temporanee come Quota 103, ma mancano ancora dettagli concreti su quale sarà la nuova architettura del sistema pensionistico. È probabile che si punti a un ritorno graduale alla legge Fornero, con eventuali correttivi per categorie fragili. Infine, il governo dovrà affrontare il nodo del welfare e delle politiche per la famiglia. L’assegno unico universale potrebbe essere potenziato, e si sta valutando l’introduzione di nuove misure di sostegno alla natalità, considerate strategiche per contrastare il calo demografico.
Riassumendo.
- il DfP 2025 prevede crescita modesta e debito in lieve calo.
- le priorità della manovra saranno cuneo fiscale, investimenti e spending review.
- restano aperti i temi Pnrr, pensioni e misure per la natalità.