Dichiarazione dei redditi 2017: cosa rischia chi non la presenta?

Dichiarazione dei redditi 2017: chiarimenti sul rischio per omessa dichiarazione, ravvedimento operoso e sanzioni.
di
8 anni fa
1 minuto di lettura
Foto © Pixabay

In quest’articolo parliamo di dichiarazione dei redditi e di cosa succede se questa non viene presentata. Questa viene considerata omessa quando il contribuente non presenta il modello 730 o il modello Unico, o modello Redditi, entro 90 giorni dalla scadenza. Cosa succede?

Dichiarazione dei redditi

Chi non presenta la dichiarazione dei redditi entro i limiti stabiliti può incorrere in una sanzione. La mancata consegna del modello 730 o Unico può essere ristabilita se si presenta la dichiarazione oltre i termini normali ma entro i 90 giorni dalla scadenza.

Il soggetto può ricorrere al ravvedimento operoso e di conseguenza pagherà sanzioni molto minori. In tutto questo bisogna considerare il decreto fiscale congiunto alla Legge di Bilancio 2017 che ci pone davanti ad alcuni cambiamenti importanti.

Quali sanzioni

Chi si dimentica di presentare il modello 730 o Unico è obbligato a pagare una sanzione che può essere pari a 250 euro nel caso non sono dovute imposte e comprese tra il 120% e il 240% delle imposte dovute. Queste sanzioni sono ridotte qualora la dichiarazione sia presentata entro il termine di consegna della dichiarazione del periodo d’imposta seguente. In questo caso si andrà a pagare 150 euro se non sono dovute imposte o tra il 60% ed il 120% delle tasse debite. Oltre al pagamento delle sanzioni, il soggetto che non presenta la dichiarazione nei termini incorre nel reato di omessa dichiarazione redditi, che presagisce una sanzione tributaria e penale quando si supera la soglia di 50.000 euro di tasse evase e addirittura una reclusione da 1 anno e 6 mesi a 4 anni.

Inoltre, chi presenta una dichiarazione infedele può incorrere in una reclusione da 1 a 3 anni se si superano 000 euro di tasse evase. In ultimo bisogna considerare la dichiarazione fraudolenta, che utilizza documenti falsi o operazioni inesistenti. Il reato si configura se l’imposta evasa è superiore a 30.000 euro, gli incassi sottratti all’ ordine appaiono superiori al 5% dell’attivo o superiori a 1 milione e mezzo di euro, e se i crediti e le ritenute finte che hanno ridotto la tassa appaiono superiori al 5% o a 30.000 euro.

Articolo precedente

Insegnare è un mestiere per donna: sempre più squilibri di genere

Articolo seguente

Scatti salariali, in Italia uno stipendio decente arriva dopo 18 anni