Dichiarazione di successione, sanzioni per ritardata presentazione, ma dopo 5 anni cosa accade?

Ritardo nel presentare la dichiarazione di successione dopo i 12 mesi? Sanzioni, ravvedimento operoso e azzeramento dopo 5 anni. La guida.
3 mesi fa
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Al decesso di un familiare, i superstiti sono tenuti a presentare la dichiarazione di successione. Questo obbligo si applica quando gli eredi devono subentrare nella proprietà di immobili o se il lascito ereditario, in assenza di immobili, è superiore a 100.000 euro.

La dichiarazione di successione deve essere presentata entro dodici mesi dall’apertura della successione, che coincide con la data del decesso. Ma cosa accade se la dichiarazione si presenta in ritardo? Quali sono le sanzioni previste? E cosa succede dopo 5 anni? Questa è una domanda che molti si pongono.

I termini per presentare la dichiarazione di successione e come funzionano

La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dal decesso. Perché? Il motivo è semplice: oltre a permettere il subentro nella proprietà del defunto, la dichiarazione è necessaria per il pagamento dell’imposta di successione, oltre alle imposte catastali e ipotecarie. Come sempre accade nel caso del versamento delle imposte, il ritardo negli adempimenti comporta sanzioni e interessi. Tuttavia, tra ravvedimento operoso e la possibilità di azzeramento delle sanzioni oltre i 5 anni, il potenziale salasso può essere mitigato.

“Buonasera, sono una degli eredi di mio padre, deceduto a dicembre 2022. Non abbiamo presentato la dichiarazione di successione perché due dei miei tre fratelli sostenevano di non avere la disponibilità economica per sostenere le spese. Ora pare che vogliano adempiere, anche perché una delle case di mio padre dobbiamo venderla e abbiamo già un acquirente. Mi potete spiegare che tipo di sanzione dobbiamo pagare per fare le cose correttamente? So che siamo oltre i 12 mesi e dovremo pagare una multa. Grazie.”

“Gentili esperti, mi chiamo Paolo e volevo chiedervi se è vero che dopo 5 anni la dichiarazione di successione non prevede più sanzioni e interessi. Mio padre è deceduto a gennaio 2020, e la successione andava presentata entro gennaio 2021. Se la presento adesso o l’anno prossimo, dovrò pagare una sanzione? Se invece aspetto ancora, tanto ormai sono passati molti anni, le sanzioni vengono azzerate.

È giusto o no?”

Dichiarazione di successione: sanzioni per ritardata presentazione, ma dopo 5 anni cosa accade?

Presentare la dichiarazione di successione è obbligatorio sia per il versamento delle imposte sia per il subentro nel lascito ereditario. La normativa stabilisce che il termine per la presentazione è di 12 mesi dalla data del decesso (apertura della successione). Chi ritarda è soggetto a sanzioni sull’imposta di successione. Questa imposta è dovuta se il lascito ereditario supera il milione di euro. L’importo dell’imposta di successione è calcolato direttamente dall’Agenzia delle Entrate dopo la presentazione della dichiarazione. Di solito, entro 60 giorni dalla presentazione, l’Agenzia calcola l’importo dell’imposta da versare.

Ad esempio, il coniuge è soggetto a un’imposta del 4% sul lascito netto del defunto (attività meno passività). I fratelli e le sorelle sono soggetti a un’aliquota del 6%, ma con una franchigia di 1.000.000 di euro. Ciò significa che l’imposta è dovuta solo se il lascito netto supera il milione. Tuttavia, in presenza di immobili, anche se il loro valore determina imposte più basse, le imposte catastali e ipotecarie devono essere comunque versate in misura fissa.

Imposte ipotecarie, catastali, di successione, sanzioni e interessi: ecco la guida

Quando nell’attivo ereditario ci sono case, terreni o fabbricati, gli eredi devono versare le imposte ipotecaria e catastale. La prima è pari al 2% del valore degli immobili, la seconda all’1%. Tuttavia, per entrambe è previsto un versamento minimo di 200 euro ciascuna. Ciò significa che non si può versare meno di 200 euro per ognuna delle due imposte. In caso di presentazione della successione oltre i 12 mesi, si è soggetti a sanzioni e interessi.

Gli eredi che ritardano troppo nella presentazione della successione devono versare una sanzione amministrativa compresa tra il 120% e il 240% dell’imposta di successione, se dovuta.

Se invece l’imposta non è dovuta per via della franchigia, la sanzione è una cifra fissa compresa tra 250 e 1.000 euro. Oltre, naturalmente, alle imposte che, come detto, devono comunque essere pagate (ipotecaria e catastale).

Dichiarazione di successione: sanzioni azzerate, ma prima il ravvedimento operoso

In questo contesto, è importante considerare il ravvedimento operoso, che consente di ridurre le sanzioni derivanti dal ritardo nella presentazione della dichiarazione. Con il ravvedimento operoso, le sanzioni variano in base al ritardo.

Ad esempio, la sanzione è pari allo 0,2% per ogni giorno di ritardo, se la dichiarazione viene presentata entro i primi 15 giorni successivi alla scadenza (12 mesi dalla data del decesso). Se il ritardo si protrae, per presentazioni entro 30 giorni dalla scadenza, la sanzione è del 3%. Se la dichiarazione è presentata entro 90 giorni, la sanzione sale al 3,33%. La sanzione aumenta progressivamente al 3,75%, 4% e 5% rispettivamente per presentazioni entro 12 mesi dalla scadenza, entro 2 anni o oltre i 2 anni.

Infine, va detto che, dopo 5 anni dalla scadenza del termine ultimo per presentare la dichiarazione di successione (12 mesi dalla data di apertura della successione), le sanzioni e gli interessi dovuti si azzerano. I contribuenti ritardatari potranno così versare solo le imposte. Come se la dichiarazione fosse stata presentata entro i primi 12 mesi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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