Mancano pochi giorni ancora per l’invio al fisco della propria dichiarazione redditi 2021 (anno d’imposta 2020). La scadenza, infatti, salvo proroghe al fotofinish, è fissata al 30 novembre 2021.
Dunque, chi è obbligato a presentare la dichiarazione e non lo ha ancora fatto, ha ancora un po’ di tempo per provvedervi prima che poi sia soggetto a sanzione.
Dichiarazione redditi 2021: scadenza e modalità di presentazione
La dichiarazione redditi 2021 (Modello Redditi/2021) deve essere presentata in modalità telematica entro il 30 novembre 2021. L’invio può essere fatto:
- direttamente dal contribuente
- oppure tramite intermediario incaricato (commercialista, consulente del lavoro, CAF, ecc.).
La dichiarazione si considera presentata nel giorno in cui è conclusa la ricezione dei dati da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Il servizio telematico restituisce immediatamente dopo l’invio, un messaggio che conferma solo l’avvenuta ricezione del file e in seguito fornisce all’utente un’altra comunicazione attestante l’esito dell’elaborazione effettuata sui dati pervenuti, che, in assenza di errori, conferma l’avvenuta presentazione della dichiarazione.
L’aspetto sanzionatorio nei primi 90 giorni
I contribuenti che dovessero saltare la scadenza del 30 novembre 2021 senza presentare la dichiarazione redditi, potranno ancora rimediare, inviandola “tardivamente” entro i 90 giorni successivi (ossia entro il 28 febbraio 2022).
In questo caso i danni saranno limitati. Infatti, per mettersi in regola, oltre a presentare la dichiarazione, occorrerà versare una sanzione pari a 25 euro (codice tributo 8911) per sanare la tardività.
Laddove dal modello dichiarativo tardivo dovessero anche risultare imposte a debito non versate a loro tempo, occorrerà pagare anche queste con ravvedimento operoso. Se, invece, ne scaturisce un credito d’imposta questo potrà essere chiesto a rimborso o in compensazione.
Cosa succede dopo i 90 giorni
Se non si presenta la dichiarazione redditi 2021 entro il 30 novembre prossimo e nemmeno entro il 28 febbraio 2022, si configurerà omissione dichiarativa e scatterà la sanzione piena che dovrà essere comminata dall’Agenzia delle Entrate.
La sanzione per l’omissione va dal 120% al 240% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 250. Se non sono dovute imposte, si applica la sanzione da euro 250 a euro 1.000.
Tuttavia, se la dichiarazione omessa è presentata dal contribuente entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo (quindi Modello Redditi/2022) e, comunque, prima dell’inizio di qualunque attività amministrativa di accertamento di cui abbia avuto formale conoscenza, la sanzione amministrativa andrà dal 60% al 120% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 200. Se non sono dovute imposte, si applica la sanzione da euro 150 a euro 500.
Le sanzioni applicabili quando non sono dovute imposte possono essere aumentate fino al doppio nei confronti dei soggetti obbligati alla tenuta di scritture contabili.
Se dalla dichiarazione omessa scaturisce anche un debito d’imposta questo può essere ravveduto se non versato alle scadenze ordinarie.
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