Il processo di digitalizzazione ha indubbiamente contribuito ad alcune semplificazioni nel rapporto tra Fisco e cittadino ma gli obiettivi del processo di rinnovamento sono ancora più ambiziosi. E, a quanto pare, puntano a coinvolgere direttamente la Dichiarazione dei redditi.
Gli obiettivi
L’Agenzia delle Entrate mira a contrastare efficacemente l’evasione fiscale e, per farlo, punterà innanzitutto sul rafforzamento degli strumenti di vigilanza. In questo senso, il direttore Ernesto Maria Ruffini è stato chiaro: il Fisco applicherà un rigido sistema di controllo direttamente sui conti correnti, oltre che sui meccanismi di comparazione incrociata tra i dichiarativi e i dati già in possesso del Fisco.
Un obiettivo abbastanza ambizioso, se non altro per il potenzialmente ampio margine di errore. È pur vero, però, che in presenza di una regolarità dichiarativa da parte del cittadino, il sistema di verifica e di lavorazione dei dati sarebbe semplificato per l’Agenzia delle Entrate. E, in qualunque caso, al contribuente sarebbe consentito l’intervento sui dati inseriti nel dichiarativo, alla stregua di quanto avviene già per il modello precompilato. La deadline fissata dal Fisco è il triennio 2023-2025. Quindi, l’ente punta a rinnovare totalmente il sistema già nell’immediato, puntando tutto sulla digitalizzazione del servizio e sulla prossimità da remoto al cittadino.
Obiettivo semplificazione: come funzionerebbe la dichiarazione dei redditi dematerializzata
La dichiarazione dei redditi precompilata è stata considerata, dai dirigenti dell’Agenzia delle Entrate, lo strumento più efficace attualmente a disposizione dei contribuenti. Questo perché, almeno sulla carta, semplifica di molto il procedimento dichiarativo, sollevando il cittadino dall’incombenza di ricercare e fornire nuovamente i dati rimasti immutati.
Come è nata l’idea della dematerializzazione della dichiarazione dei redditi
L’idea del Fisco è nata a seguito del monitoraggio delle dichiarazioni precompilate, il cui test sembra aver convinto i dirigenti a procedere in questa direzione. Del resto, l’implementazione dei sistemi digitali è stata gradualmente sposata da quasi tutti i settori della cosa pubblica, inizialmente per questioni di necessità dovute alla pandemia e, successivamente, per ridurre l’accesso agli uffici pubblici e favorire così il filo diretto con il cittadino senza ricorrere alla presenza fisica.
L’Agenzia delle Entrate ha monitorato sia il tasso di copertura degli oneri inseriti nella precompilata che gli operatori utilizzanti le bozze dei registri Iva. Ciò al fine di determinare se la strategia della precompilata abbia i riscontri giusti. E questo sia per quel che riguarda i Modelli 730 che i Redditi delle Persone fisiche. Al momento, le stime dell’AdE si attestano su poco più di 4 milioni di dichiarazioni inviate dai contribuenti alla fine del periodo utile. Numeri più o meno in linea con quella precedente (4,2 milioni, il 22,3% delle quali senza necessità di modifiche). Ma sui quali c’è ancora da lavorare. Figurarsi se l’obiettivo fosse un dichiarativo totalmente a discrezione dell’ente.
Riassumendo…
- L’Agenzia delle Entrate punta a rafforzare la dichiarazione dei redditi precompilata, così da fornire un modello totalmente digitalizzato;
- la deadline è fissata al triennio 2023-2025: al cittadino spetterebbe unicamente la verifica dei dati inseriti dal Fisco;
- i numeri sulle precompilate restano ancora incerti per una totale digitalizzazione del sistema.