Quando viene a mancare una persona è sempre un evento triste. Chi resta in vita, nonostante il lutto, è chiamato comunque a preoccuparsi degli adempimenti fiscali (e non) che derivano dall’evento del decesso.
Tra questi adempimenti rientra la dichiarazione di successione. Ossia la dichiarazione che gli eredi devono fare all’Agenzia delle Entrate per denunciare il patrimonio mobiliare e immobiliare che il defunto ha lasciato in eredità a coniuge, figli, ecc.
La dichiarazione di successione non è sempre obbligatoria. NON c’è obbligo se l’eredità è devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto e l’attivo ereditario ha un valore non superiore a 100.000 euro e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari.
Il diritto all’eredità non si tocca
Da precisare è che la dichiarazione di successione non incide sul diritto all’eredità. Se, ad esempio, i figli dopo la morte del genitore non presentano la successione questi non perdono il loro diritto a subentrare nel patrimonio del deceduto.
La dichiarazione di successione è solo un adempimento fiscale. Se nel patrimonio del deceduto c’è una casa questa per legge va in eredità a coniuge e figli e nessuno può togliere questo diritto salvo l’espressa rinuncia da parte degli eredi stessi. I figli, anche se non presentano la successione, diventano i nuovi proprietari di quella casa (salvo che ci rinunciano).
L’omessa presentazione della successione avrà come conseguenze le sanzioni per l’omesso adempimento. Ad ogni modo, se c’è obbligo, il termine di presentazione della dichiarazione di successione è fissato in 12 mesi dall’aperura della successione che corrisponde con la data di avvenuto decesso.
La presentazione deve avvenire in modalità telematica. Se nell’asse ereditario ci sono immobili, occorre anche fare le volture catastali.
I documenti necessari per la dichiarazione di successione
Chi deve fare la dichiarazione di successione, in genere, non si cimenta da sé ma si rivolge a CAF o altri professionisti del settore (commercialisti, avvocati, notai, ecc.).
- Certificato o estratto di morte
- Certificato di ultima residenza o autocertificazione
- Documento di identità e tessera sanitaria del defunto e degli eredi
- Atti di proprietà di immobili e terreni
- Copia atti di donazione fatti dal defunto
- Dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà rilasciata dall’erede che presenta la dichiarazione, in cui sono indicate gli estremi dell’atto di morte, gli eredi, il tipo di Successione (legittima o testamentaria) ed il regime patrimoniale dei coniugi (separazione o comunione dei beni, ove ricorra il caso) o autocertificazione
- Copia del testamento autenticata dal notaio (in caso di successione testamentaria), eventuale rinuncia all’eredità, da farsi entro tre mesi dal decesso presso il Tribunale competente, rispetto all’ultima residenza del defunto o presso un Notaio
- Atto di acquisto dei beni immobili ed eventuali successioni o riunioni di usufrutto precedenti, documentazione delle variazioni dei fabbricati (condoni, ampliamenti, planimetrie), certificato di destinazione urbanistica in caso di aree fabbricabili
- Dichiarazione banca/posta su capitale ed interessi se esistenti in capo al defunto
- Dichiarazione dell’istituto bancario per eventuali passività quali residui di mutuo, conti correnti passivi ecc.
- Stima del valore dei beni societari alla data del decesso (autenticata) in presenza di società intestate al deceduto
- Spese funerarie (per eredi non in linea retta)
- IBAN del dichiarante (conto non cointestato con il defunto), che serve per il pagamento delle imposte ipotecarie, catastali e dell’eventuale imposta di successione.
Ricordiamo che la dichiarazione di successione basta che la presenti un solo erede (indicando tutti gli eredi) e ciò libera dall’adempimento anche gli altri.