Al Caf per non sbagliare. In Italia il fisco non è solo tra i più esosi al mondo, è anche tra i più complicati. Fare una dichiarazione dei redditi, benché oggi reso più semplice negli anni grazie alle procedure telematiche, è sempre un impegno gravoso per il contribuente.
Il rischio, poi, di sbagliare, di commettere errori o delle dimenticanze crea angoscia e preoccupazione. Così per la dichiarazione dei redditi ci si rivolge ancora ai professionisti, ai centri di assistenza che naturalmente si fanno pagare.
La digitalizzazione (si veda dichiarazione dei redditi precompilata) e la semplificazione (solo a parole) non hanno risolto il problema. L’80% delle dichiarazioni fiscali è raccolto in tutta Italia dai Caf, i Centri di Assistenza Fiscale, che hanno una diffusione territoriale capillare su tutto il territorio nazionale, compresi i piccoli centri. Dal 2015 al 2020 le dichiarazioni gestite dai Caf sono salite da 17.369.822 a 18.080.000.
Ai Caf meno rimborsi fiscali
Nonostante ciò, nel Dl Agosto approvato dal Parlamento – si legge in una nota – sono stati riconosciuti ai Caf solamente 20 milioni di euro, una tantum, per il 2020, a fronte della richiesta di ripristinare un compenso economico adeguato e commisurato a quanto effettivamente prodotto dall’attività 730.
Già lo scorso anno, a causa della scelta di imporre un tetto massimo di spesa, ai Caf è stato infatti rimborsato solo il 56% delle dichiarazioni dei redditi trasmesse, 217 su 387 milioni di euro. Un mancato riconoscimento di 170 milioni di euro.
Altro settore d’intervento dei Caf è quello legato alle prestazioni agevolate per i servizi pubblici attraverso Isee. Al momento sono oltre 7 milioni le famiglie italiane che hanno usufruito dei servizi dei Centri di Assistenza Fiscale con un incremento, rispetto al 2019, di oltre il 25%.
Le dichiarazioni dei redditi precompilate
Sono 3,9 milioni le dichiarazioni dei redditi precompilate inviate dai contribuenti in totale autonomia, direttamente dal proprio pc nel 2020.
Fisco italiano fra i più complicati al mondo
Fra i vari ordinamenti tributari analizzati da Tmf Group tre anni fa in tutto il mondo (Financial complexity index 2017), l’Italia resta uno dei più complicati. Solo Turchia e Brasile la battono in termini di complessità. In Europa, invece, siamo i primi.
Meglio dell’Italia anche la Grecia (quarta e prima in quanto a complessità degli adempimenti) ed il Vietnam (quinto) e a seguire la Colombia, la Cina, il Belgio, l’Argentina e l’India. Il Messico primeggia in quanto a problemi di contabilità, l’Argentina è il Paese con il peggiore sistema ai fini delle dichiarazioni fiscali.
L’Italia quello con le tasse più complesse e con troppi livelli di riscossione nazionale, regionale e comunale, mentre il Paese con il sistema tributario più semplice al mondo è uno di quelli che notoriamente rientra tra i paradisi fiscali: le isole Cayman.