In questi giorni, dopo la gaffe di Salvini che sta facendo il giro del web, è molto cercata online la differenza tra tassazione sul fatturato e sugli utili. Una differenza sostanziosa che gli imprenditori conoscono probabilmente bene ma evidentemente in molti utenti si stanno chiedendo perché è così grave e assurdo quanto proposto dal leader della Lega. Lo spieghiamo brevemente e facilmente per tutti (inclusi politici ignari).
Quanto si pagherebbe di tasse sul fatturato
Molti ricorderanno che Salvini fu promotore della flat tax al 15%.
Senza addentrarci in tecnicismi, per intenderci:
- l’utile corrisponde alla differenza tra i ricavi e i costi di un’azienda.
Se il risultato ottenuto è positivo, l’impresa ha generato un profitto; se risulta negativo, invece, è in perdita (deficit).
- il fatturato indica il totale dei ricavi di un’azienda in un specifico arco temporale (si chiama “esercizio contabile”). Le entrate di un’impresa possono derivare dalla vendita dei prodotti o anche dall’erogazione di servizi. In altre parole il fatturato si ottiene dalla somma di tutte le fatture emesse dalla società nel suddetto periodo.
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Volendo semplificare ancora di più utilizzando cognizioni aritmetiche elementari: l’utile esprime il guadagno vero e proprio, al netto delle spese; il fatturato sono i ricavi complessivi lordi.
Detto così appare intuitivo a chiunque che le tasse si calcolano sugli utili. Come si potrebbe tassare quella che per l’imprenditore è una spesa?
Il dibattito politico è aperto e acceso: ad innescarlo definitivamente il commento di Carlo Calenda, leader di Azione, che chiosa:
“Salvini non conosce la differenza tra fatturato e utile. Nessun italiano gli affiderebbe da gestire nulla di proprio. Un quarto dei votanti gli affiderebbe da gestire lo Stato. Che evidentemente non sente proprio. E in fondo il problema, che non vale solo per Salvini è tutto qui”.