Dipendenti pubblici e TFS, come e quando arrivano i soldi

I tempi tecnici di liquidazione del TFS per i dipendenti pubblici variano da 3 a 24 mesi. L’importo maturato può essere pagato a rate.
4 anni fa
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Quando arrivano i soldi del TFS quando si va in pensione? Si prenderà tutto subito o a rate? E’ questa una delle più frequenti domande che i dipendenti pubblici si pongono quando si apprestano a lasciare definitivamente il servizio.

Sul punto c’è ancora confusione soprattutto per quanto riguarda le date entro le quali si dovrebbe ricevere il TFS. A differenza del settore privato, infatti, il trattamento di quiescenza non è erogato con l’ultima busta paga, ma a distanza di tempo.

Varia in virtù delle modalità di interruzione del rapporto di lavoro con l’amministrazione di appartenenza.

Premesso ciò, a disciplinare le modalità di liquidazione del TFS è la legge di bilancio per il 2014 (numero 147 del 27 dicembre 2013). Con essa il legislatore ha introdotto nuovi termini di pagamento del trattamento di fine servizio stabilendo altresì limiti quantitativi per l’erogazione delle indennità maturate.

Pagamento TFS entro 105 giorni

Per quanto riguarda i termini di pagamento, bisogna distinguere fra tre diversi termini: breve, medio e lungo. Il primo si riferisce a un arco temporale di 105 giorni e riguarda tutti coloro che cessano dal servizio per inabilità o per decesso.

L’ente pubblico datore di lavoro deve presentare la richiesta di liquidazione del TFS all’ente pensionistico entro 15 giorni dalla data dell’evento. Il pagamento avverrà quindi entro i 90 giorni successivi.

Pagamento TFS entro 12 mesi

Normalmente il TFS è pagato entro 12 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro per la maggior parte dei dipendenti pubblici. Questo accade in tre casi specificati dalla legge:

  • per raggiungimento dei limiti di età, cioè quando un dipendente pubblico è collocato a riposo d’ufficio dalle amministrazioni al raggiungimento del limite di età ordinamentale (65 anni per la maggior parte dei dipendenti pubblici);
  • per cessazione dal servizio in conseguenza all’estinzione del rapporto di lavoro a tempo determinato;
  • per cessazione dal servizio a seguito di risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro ai sensi dell’art. 72, comma 11, del decreto legge 112/2008.

Pagamento TFS entro 24 mesi

Il TFS non sarà corrisposto prima che siano trascorsi 24 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro in tutti gli altri casi esclusi da quelli sopra elencati.

Il termine è stato allungato dalla legge nell’intento di penalizzare il lavoratore che non porta a termine il servizio nella pubblica amministrazione fino al raggiungimento dell’età ordina mentale. Fra le cause principali vale la pena ricordare:

  • le dimissioni volontarie con o senza diritto a pensione anticipata;
  • il recesso da parte del datore di lavoro (licenziamento, destituzione dall’impiego, etc.).

In tutti i casi sopra esposti, scaduti i termini di legge, l’Istituto di previdenza incaricato della liquidazione dovrà corrispondere gli interessi per tutti i giorni di ritardo trascorsi.

Pagamento rateale

Sempre secondo quando disposto dalla legge di bilancio del 2014, il TFS è pagato in unica soluzione solo fino a un certo importo. La soglia limite è 50.000 euro lordi (prima era di 90.000). Qualora il calcolo eccedesse tale importo, l’ente di previdenza liquiderà il trattamento di fine servizio in due o più rate annuali.

Così, ad esempio, se il TFS maturato è pari a 130.000 euro, la prima rata da 50.000 euro sarà corrisposta secondo i termini di cui sopra. Mentre la seconda rata, sempre di pari importo, a distanza di 12 mesi e la terza e ultima rata da 30.000 euro a distanza di altri 12 mesi. In questi casi vi rientrano solitamente i dirigenti della pubblica amministrazione di prima e seconda fascia e i top manager.

Leggi anche: anticipo TFS in banca

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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