Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva green ossia la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (Epbd) che comporta l’obbligo di mettere in regola ai fini del risparmio energetico tutti gli edifici residenziali e non dell’UE.
La notizia sta creando non poco clamore, posto che almeno per quanto riguarda l’Italia, le agevolazioni fiscali per i lavori di ristrutturazione nell’ultimo mese sono state depotenziate con lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura.
L’approvazione della direttiva, anche se non ancora definitiva, potrebbe portare il Governo a rivedere almeno in parte la decisione sullo stop alla cessione del credito.
L’approvazione delle direttiva Green
Con l’approvazione della direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, l’Europa si pone un obiettivo di efficienza energetica degli immobili residenziali e non.
In particolare, per gli immobili residenziali è previsto che gli edifici e le unità immobiliari residenziali, dovranno conseguire almeno la classe F entro il 2030 e almeno la classe E entro il 2033.
Obiettivo principale della direttiva è la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra degli edifici, al fine di ottenere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050 (fonte dossier Camera dei Deputati).
Nella direttiva si parla anche di edifici di nuova costruzione ad emissione zero; in particolare:
un “edificio ad altissima prestazione energetica, determinata conformemente all’allegato I, nel quale il fabbisogno molto basso di energia è interamente coperto da fonti rinnovabili generate in loco da una comunità di energia rinnovabile ai sensi della direttiva (UE) 2018/2001 o da un sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento”.
Direttiva green. Possibili novità per cessione del credito e sconto in fattura?
La direttiva green prevede espressamente che gli obiettivi prefissati possono essere raggiunti anche con incentivi statali, ad esempio per il tramite delle risorse di cui al Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, PNRR.
L’approvazione delle direttiva, seppur non ancora definitiva avviene proprio nel momento in cui il Governo ha eliminato sconto in fattura e cessione del credito.
Infatti, dopo. l’approvazione del DL 11/2023, i contribuenti non potranno più sfruttare le opzioni citate ma l’unico modo per beneficiare delle agevolazioni sulle ristrutturazioni è quello di pagare le spese e detrarle in dichiarazione dei redditi per quote annuali.
Lo sconto in fattura e la cessione del credito, sono ancora ammesse se alla data del 16 febbraio:
- per gli interventi diversi da quelli effettuati dai condomini, risulta presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) o presentato altro titolo abilitativo per i lavori diversi al superbonus;
- per gli interventi effettuati dai condomini, risulta adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e risulti presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA)
- per gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici, risulti presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo;
- per gli interventi per i quali non è prevista la presentazione di un titolo abilitativo (edilizia libera), è richiesto l’inizio dei lavori.
Detto ciò, se l’approvazione della direttiva sarà confermata, il Governo dovrà studiare nuove soluzioni per mettere i contribuenti nelle condizioni di poter ristrutturare la propria casa senza pagare tutto di tasca propria; le opzioni di sconto in fattura e cessione del credito erano finalizzate proprio a questo, i soldi delle ristrutturazioni ce li metteva lo Stato.