Ristrutturazioni green obbligatorie: chi paga le spese secondo l’UE?

L’Europa dice agli Stati membri che bisogna rinnovare il parco immobiliare per renderlo green. Ma chi deve pagare le spese per ristrutturare casa?
8 mesi fa
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ristrutturare casa
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La Direttiva UE “casa green” segna un momento di svolta nell’impegno dell’Unione Europea verso un futuro più sostenibile. Con l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e incrementare l’efficienza energetica, questa normativa è destinata a rivoluzionare l’industria edilizia europea e il mondo della ristrutturazione in generale.

Si prospetta un orizzonte dove ogni edificio, indipendentemente dalla sua destinazione d’uso, dovrà raggiungere lo zero emissioni, contribuendo significativamente alla neutralità climatica prevista per il 2050.

Tale ambizione pone però una sfida diretta ai proprietari di immobili, chiamati a confrontarsi con le necessità di adeguamento infrastrutturale.

La questione delle spese per ristrutturare casa emerge come punto nodale della transizione ecologica: chi sosterrà i costi per trasformare le abitazioni in conformità con gli standard green imposti dalla nuova direttiva? Tale dilemma finanziario alimenta un dibattito critico, evidenziando la necessità di meccanismi di supporto per coloro che potrebbero trovarsi in difficoltà nel fronteggiare immediatamente tali impegnative modifiche.

Perché l’Europa chiede di ristrutturare casa

La Direttiva UE casa green si propone come un ambizioso piano di rinnovamento per l’edilizia europea, con l’obiettivo di ridurre le emissioni e i consumi energetici degli edifici entro il 2030, per raggiungere la neutralità climatica nel 2050.

Gli Stati membri sono chiamati a elaborare piani nazionali che garantiscano la ristrutturazione di edifici residenziali e non, pubblici e privati, verso l’efficienza energetica. L’impegno si traduce in requisiti specifici di riduzione dell’uso dell’energia primaria e di prestazione energetica. Il traguardo è ambizioso: trasformare l’intero parco immobiliare in edifici a emissioni zero, con una roadmap che prevede anche l’installazione di impianti solari e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili.

Con riferimento agli edifici residenziali, la normativa prevede che deve essere garantita una riduzione rispetto al 2020 dell’uso dell’energia primaria media almeno del 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035.

Gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero già dal 2030 (dal 2028 se di proprietà di enti pubblici).

Dal 2025 stop ai bonus caldaie alimentate solo da metano/gas, mentre dal 2040 sarà bandita del tutto la loro installazione.

Le possibili esclusioni

La Direttiva UE case green dovrà essere recepita dagli Stati membri entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore. Gli stessi Stati membri potranno adattare o escludere i requisiti richiesti dalle nuove disposizioni per alcuni edifici, ossia:

  • edifici protetti per vincolo di area o per il particolare valore architettonico o storico nella misura in cui il rispetto di taluni requisiti implicherebbe un’alterazione inaccettabile del loro carattere o aspetto;
  • edifici adibiti al culto e allo svolgimento di attività religiose;
  • immobili destinati a scopi di difesa nazionale;
  • alcuni edifici temporanei e edifici agricoli non residenziali;
  • edifici residenziali che sono usati meno di quattro mesi all’anno;
  • fabbricati indipendenti con una superficie utile coperta totale inferiore a 50 metri quadrati.

Direttiva UE, chi deve pagare le spese per ristrutturare casa?

La possibilità di esclusione dai nuovi standard europei sull’efficienza energetica dei predetti immobili è dettata soprattutto dalla finalità di preservare il patrimonio storico, artistico e culturale di ogni Paese.

La preoccupazione principale per i proprietari di immobili riguarda la copertura dei costi per adeguarsi alle nuove normative. La Direttiva prevede una trasformazione profonda che, seppur necessaria per il benessere ambientale, solleva questioni di fattibilità economica per molti.

In questo scenario, l’Unione Europea e i singoli Stati membri si trovano di fronte alla sfida di bilanciare gli imperativi ambientali con la necessità di garantire l’accessibilità economica delle ristrutturazioni. La risposta a questa sfida risiede nella creazione di un quadro di sostegno finanziario. Un quadro che include incentivi, sovvenzioni e modalità di finanziamento agevolato per i proprietari di casa.

Un approccio che deve mirare non solo a facilitare la transizione verso edifici più verdi, ma anche a mitigare il rischio di povertà energetica. Assicurando che “ristrutturare casa” siano accessibili a un ampio spettro della popolazione. Soprattutto per quella fetta economicamente svantaggiata.

Insomma, per farla breve, l’Europa e gli Stati Membri devono trovare i soldi e i modi per darli ai proprietari di casa che sono chiamati a ristrutturare casa. Bisogna ora capire se e quanta parte della spesa si accolleranno gli Stati e quanta parte invece si vuole riversare sui contribuenti.

Riassumendo…

  • la direttiva UE case green chiede il rinnovo del parco immobiliare di ciascuno Stato membro
  • questo significa necessità di ristrutturare casa per chi ha l’abitazione NON green
  • l’Europa e gli Stati membri devono trovare i soldi per concedere incentivi ai proprietari di casa. Che certamente non vorranno sobbarcarsi delle spese, tra l’altro imposte.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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