Diritti Serie A, verso una TV di Lega: ecco come guarderemo le partite di calcio

La Serie A starebbe per crearsi un canale proprio per trasmettere le partite di campionato, dopo il flop anche della seconda asta di settimana scorsa sui diritti TV. Sarebbe una rivoluzione per il calcio italiano. Vediamo come.
7 anni fa
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La Lega Calcio di Serie A non ha accettato le offerte presentate dagli operatori all’asta scaduta lunedì 22 gennaio, quando le buste consegnate sono risultate nettamente inferiori alle attese. Dinnanzi a un prezzo d’asta minimo di 990 milioni, infatti, non si è andati complessivamente oltre i 760 milioni, diventati 830 con il rilancio di Sky di venerdì scorso di 70 milioni per aggiudicarsi i pacchetti D1 e D2, quelli relativi alle 12 squadre minori, tra cui è stata inserita la Roma, ma arrivando ad appena 150 milioni, meno della metà dei 310 minimi richiesti dai clubs.

E così, si è deciso di assegnare agli spagnoli di Mediapro una settimana di tempo per trattare in esclusiva. Gli spagnoli hanno offerto 950 milioni di euro per creare una TV di Lega, oltre alla condivisione dei profitti per gli eventuali incassi eccedenti gli 1,1 miliardi. Perché questo cuscinetto di 150 milioni tra l’offerta iniziale e la nuova soglia dalla quale scatterebbe lo “sharing”? A tanto ammonterebbero i costi per creare e produrre il canale di Lega, nonché per acquisire ulteriori diritti, compresi l’archivio di Serie A e la Serie B. (Leggi anche: Partite calcio Serie A, Sky pronta al cappotto)

Dunque, se tutto andasse come gli spagnoli a questo punto sperano, dalla prossima stagione, come vedremo le partite e quanto incasseranno le 20 squadre di Serie A? Mediapro ha già fatto sapere che si tratterebbe di creare un prodotto uguale per tutti gli operatori che lo acquisteranno e su ogni piattaforma, non modificabile nei contenuti. In sostanza, Sky per il satellitare, Mediaset Premium per il digitale terrestre e altri operatori per internet potrebbero acquistare i diritti per trasmettere le partite sui loro canali, pagando un costo di “affitto” sulla base del numero degli abbonati, ma di fatto senza potere incidere né sui contenuti, né sul personale dipendente. I giornalisti delle telecronache sportive verrebbero assunti, infatti, dagli spagnoli e questi sarebbero anche gli unici responsabili del prodotto.

Che tu sia un abbonato Sky, Premium o di un sito a pagamento, vedrai esattamente le stesse immagini e ascolterai gli stessi commenti degli identici giornalisti.

Avete presente quando il 31 dicembre sera le reti Rai, Mediaset e La 7 mandano in onda il messaggio di auguri del capo dello stato? Nessuna di esse può modificare alcunché, dovendosi limitare a trasmettere il discorso dal Quirinale. Ecco, mutatis mutandis, accadrebbe la stessa cosa con il canale di Lega, che non si limiterebbe a trasmettere solo le partite di Serie A, ma più in generale del calcio italiano. Esso si finanzierebbe, in parte, anche con la raccolta pubblicitaria. Inoltre, sarebbe attivo 7 giorni su 7, offrendo ai tifosi un servizio quotidiano e possibilmente a basso costo. L’idea, ad esempio, sarebbe di attirare sulla piattaforma online i giovani abbonati, quelli che con pochi soldi in tasca avrebbero il piacere di seguire le partite.

Il confronto con l’estero

A conti fatti, per il calcio italiano sarebbe una rivoluzione. Si passerebbe da una diffusione per piattaforma e personalizzata dai broadcasters a una accentrata nelle mani della Lega, che tramite Mediapro riuscirebbe, in teoria, a incassare di più e a vendere meglio a tutti lo stesso prodotto. Se andasse in porto, la vendita porterebbe ai clubs almeno 950 milioni, a cui si sommerebbero i 371 milioni per i diritti esteri, più i 22 milioni attualmente spesi dalla Rai per mandare in onda le gare di Coppa Italia. A questi, infine, si aggiungerebbe anche parte degli eventuali incassi eccedenti gli 1,1 miliardi. In tutto, la Lega otterrebbe non meno di 1,3 miliardi all’anno per le prossime 3 stagioni, segnando una crescita di circa il 10% rispetto al triennio in corso e ciascuno dei quali frutta 1,15 miliardi. (Leggi anche: Diritti Serie A, perché Sky e Mediaset giocano al ribasso)

Come considerare le cifre? Un successo e un mezzo flop allo stesso tempo.

Un successo, se si pensa che con un campionato affatto brillante – la Serie A a 20 squadre offre gare senza pubblico, come quella di settembre tra Udinese e Chievo con meno di 7.000 telespettatori per uno share dello 0,04% – la Lega riuscirebbe ad alzare l’asticella degli incassi, essendo già miracolosamente riuscita a raddoppiare quelli per i diritti all’estero. Se facciamo, invece, un confronto con i campionati europei più importanti, i numeri appaiono meno interessanti. La Premier League per il campionato scorso ha incassato 2,4 miliardi di sterline, pari oggi a 2,7 miliardi di euro, più del doppio di quelli che ipotizziamo la Serie A prenderebbe dal prossimo anno. La Liga spagnola ha già in cascina per il prossimo triennio 2,3 miliardi all’anno, di cui 1 incassato per i diritti all’estero, mentre la Bundesliga ne ha 1,4 miliardi, di cui 240 milioni dall’estero.

Rivoluzione per calcio e pay tv

Dunque, la Serie A in Italia sarebbe paragonabile al campionato tedesco per incassi, anche se mantiene un appeal superiore, come dimostrano gli 0,24 miliardi dall’estero, più di un terzo in meno dei nostri. L’elevata cifra raccolta dai clubs tedeschi sarebbe legata essenzialmente al più grande mercato domestico: 85 milioni gli abitanti in Germania contro i 60,5 milioni dell’Italia.

Un effetto dirompente il canale di Lega lo avrebbe anche sulle pay tv, che oggi contano 7 milioni di abbonati in tutto, di cui 4,8 Sky e 2,2 Mediaset. Numeri negativi, se si pensa che erano arrivati complessivamente a 10 milioni qualche anno fa. Togliendo il calcio, le due pay tv principali in Italia dovranno attirare abbonati con altri prodotti, nel caso di un canale di Lega per il calcio, visto che i contenuti trasmessi sarebbero identici, indifferentemente da piattaforma e broadcaster. Resta da vedere se le società dei media saranno disposte a mandare in onda partite per le quali fungerebbero da semplici replicanti.

Poiché i costi sarebbero sostenuti in funzione del numero degli abbonati, potrebbero trovare conveniente trasmettere le gare, anche per non perdere il contatto con il vasto pubblico sportivo. C’è tempo fino al 5 febbraio per trattare, subito dopo capiremo come potremo seguire la Serie A e se Sky la spunterà anche stavolta, facendo il pieno di pacchetti. (Leggi anche: Partite calcio su canale Lega dopo flop asta diritti TV Serie A)

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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