Un nostro lettore ci ha scritto riguardo alla gestione del denaro pubblico da parte della Regione Lombardia ed in particolare per quel che riguarda la Legge 23 che riguarda i cittadini residenti. Nella domanda il richiedente accetta di compartecipare alla spesa; nella realtà il richiedente è obbligato a sostenere tutta la spesa e poi “riceverà” quando lo decidono loro il rimborso.
Leggiamo la testimonianza del nostro lettore.
Buongiorno dott.sa Patrizia.
Visto il suo interesse sul mio precedente quesito le propongo, se le interessa, qualcosa che riguarda sempre la disabilità, connessa a quello che io ritengo un mediocre modo di gestire denaro pubblico, da parte della Regione Lombardia.
Ciò che le racconto è relativo alla Legge 23 di Regione Lombardia, la quale riguarda tutti i cittadini lombardi residenti in suddetta regione.
Personalmente non ne avevo mai fatto richiesta, quest’anno però ho deciso di usufruirne e per farlo, conoscendo anche un po’ lo squilibrio che talvolta la Pa mette in atto ho cercato di muovermi nel modo più cauto possibile.
La domanda si fa online e le allego anche il regolamento che come potrà poi scoprire contiene anche molte sommarietà, mentre sarebbe doveroso che ci fossero maggiori precisioni, sopratutto per quanto riguarda i tempi.
Non avendo certezza che la domanda venisse accolta, ho preferito presentare il preventivo prima di acquistare il computer con sintesi vocale, nel dettaglio un mac con Voice over, che per un non vedente molto valido in termini di accessibilità.
Sempre per cercare di non perdere tempo, ho anticipato via mail a un indirizzo dedicato di chi gestisce tali pratiche nella mia provincia, come, Ats Insubria, il certificato medico di cui ero in possesso, il tutto sembrava andare bene.
Il 28 gennaio presento la domanda e carico sia il preventivo che il certificato medico che erano richiesti.
Il 12 febbraio ricevo risposta dalla Ats Insubria che ha in carico la mia domanda nella quale si dice essere stata accolta favorevolmente.
Contestualmente mi viene chiesto, al fine di poter erogare il contributo che è nello specifico 600 Euro, di caricare a sistema la fattura o ricevuta fiscale.
Il giorno 13 febbraio, consapevole che la mia domanda è stata accolta, provvedo all’acquisto, sborsando 1810 Euro.
Cerco di caricare la fattura a sistema ma è praticamente impossibile, contatto l’assistenza tecnica che mi rimanda ai miei referenti di Ats Insubria, i quali, a dire dell’assistenza, sono responsabili di questa impossibilità.
I miei referenti non sanno come procedere e per due giorni, fino al 15 febbraio, vengo rimbalzato tra assistenza e referenti.
Il giorno 15 febbraio vengo contattato da un’assistente sociale di Ats Insubria, la quale mi comunica telefonicamente:
Sig. C. non si preoccupi, indipendentemente che lei possa caricare o meno la fattura, visto che comunque ce l’ha anticipata via mail, tempo un paio di settimane per organizzarci e provvederemo a liquidare la pratica.
Il giorno 22 febbraio, previo un mio reclamo agli uffici delle reti famigliari di Regione Lombardia, vengo contattato telefonicamente e mi avvisano che a giorni potrò caricare a sistema la fattura.
Il 26 febbraio riesco a caricare a sistema la mia fattura, ma ad oggi, 22 marzo, del contributo di 600 E Euro che mi è stato riconosciuto non c’è nemmeno l’ombra sul mio conto corrente.
Il 15 marzo vengo contattato ancora dall’assistente sociale che mi comunica esserci un problema, quello del certificato medico che non è firmato da uno specialista.
Le faccio notare che è assurdo che si accorgano dopo che la mia domanda è stata accolta, inoltre, non saprei come risolvere a questo punto un problema che è esclusivamente loro, aggiungo anche che se mi trovano loro uno specialista che mi accoglie in breve tempo sono disponibile per farmi redarre la prescrizione che vogliono.
Ovviamente sono anche scocciato per come sta andando la vicenda e dopo che proprio lei mi aveva preannunciato tempi diversi per l’erogazione del contributo.
In sostanza, vengo definito da questa pseudo assistente sociale e dal suo superiore come uno poco collaborativo e come uno a cui tutto è dovuto e niente devo.
Ovviamente procedo con altri reclami e aspetto come va a finire.
Senza che entro in altri dettagli, dietro questa Rl 23 ci sono diverse persone che ci lavorano ma la mano destra non sa ciò che fa quella sinistra.
Solo per fare alcuni esempi di quelli che io ritengo essere qualcosa di inaccettabile, contenuti nel regolamento e nella domanda:
Pagina 10 paragrafo C4, modalità e tempi dell’erogazione, non si fa riferimento ai tempi, anche se viene usato il termine “procede” che farebbe pensare a qualcosa di presumibilmente immediato.
Nella domanda il richiedente accetta di compartecipare alla spesa; Nella realtà il richiedente è obbligato a sostenere tutta la spesa e poi “riceverà” quando lo decidono loro il rimborso.
Saluti e grazie della sua attenzione.