Non va malissimo nemmeno nel settore privato
Limitandoci alle dipendenti pubbliche, si confermano tra le meno discriminate d’Europa, visto che fanno meglio solo il Belgio (0,4%) e Cipro (-6,8%). In quest’ultimo, le donne vengono mediamente meglio retribuite degli uomini da parte degli enti pubblici. Nel nostro caso, essendo le donne occupate in larga misura nel Pubblico Impiego, risentono delle norme di maggiore tutela sul piano dell’uguaglianza dei diritti qui applicati.
Spostando l’attenzione sul solo settore privato, la situazione italiana si fa meno rosea, per quanto si situi in una posizione media.
Se sei donna, fuggi da finanza e scienza
Analizzando le disparità retributive per classi di età, scopriamo che le giovanissime(15-24 anni) sarebbero le più discriminate in Italia, percependo il 10,7% in meno dei loro colleghi maschi, mentre subito dopo, ovvero tra i 25 e i 34 anni, le distanze crollano ai minimi termini, ovvero al 4,8%, salendo di poco (5,6%) nei 35-44 anni e ancora tra i 45-54 anni al 7,4%, calando al 6,3% per le over 55.
Infine, quanto ai settori di attività con il maggiore gap, si trova la situazione peggiore in Italia per le professioni scientifiche e tecniche, dove le distanze retributive tra uomini e donne esplodono al 29,1% e va male anche nell’ambito finanziario e assicurativo, dove una donna prende il 22% di stipendio orario medio in meno di un uomo. Ma anche in questi ambiti, le lavoratrici italiane si confermano tra le meno discriminate. A titolo di confronto, una donna in Germania percepisce il 30,7% in meno di un collega uomo nel campo tecnico-scientifico, a Cipro il -34,8% e in Austria -31,2%. Nel campo finanziario, meglio di noi fa solo la Germania con il -20%, mentre si sale al -40,9% della Repubblica Ceca e al -38,5% della Lituania.