Il divieto per le auto a benzina dal 2035 traballa, i Verdi tedeschi appoggiano la posizione dell’Italia

Il divieto di vendere nuove auto a benzina o diesel dal 2035 traballa. Ora i Verdi tedeschi appoggiano la posizione dell'Italia.
2 giorni fa
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Divieto auto a benzina nel 2035 traballa
Divieto auto a benzina nel 2035 traballa © Licenza Creative Commons

Incredibile, ma vero. La posizione dell’Italia di anticipare al 2025 la revisione del Green Deal è adesso appoggiata niente di meno che dal vice-cancelliere, ministro dell’Economia e leader dei Verdi in Germania, Robert Habeck. Il politico si è detto favorevole alla richiesta del governo di Roma, che punta a rinviare il divieto di vendita delle nuove auto a benzina e diesel, fissato per il momento a partire dal 2035. Il cambio di rotta di Berlino è a dir poco spettacolare. I Verdi sono stati i principali sostenitori dell’impianto ambientalista passato anche all’Europarlamento e nel mirino delle opinioni pubbliche nazionali per l’impatto negativo che starebbe avendo sull’economia.

Flop auto elettriche, produzione al collasso

La Germania è in piena crisi. Volkswagen ha appena annunciato possibili 15.000 licenziamenti e la chiusura di due fabbriche, ma secondo fonti di stampa gli esuberi potrebbero essere doppi. Le auto elettriche si sono rivelate ad oggi un grande e costosissimo flop. Malgrado gli incentivi, le vendite non solo non decollano, ma in Europa ad agosto hanno segnato un drammatico -69%. Gli alti costi di produzione, inclusi i notevoli investimenti necessari per aggiornare le linee entro un decennio, hanno portato al collasso della domanda.

Le case automobilistiche sono state costrette a rincarare drasticamente anche i prezzi delle vetture con motore a combustione. Poiché stanno investendo e perdendo un sacco di soldi nel comparto elettrico, cercano di rifarsi sulla linea tradizionale. Il risultato è il tonfo delle vendite. Una situazione insostenibile, tant’è che la Germania adesso medita seriamente il passo indietro sul divieto per le auto a benzina sin dal 2035. I Verdi hanno accusato una grossa batosta elettorale nei tre Laender in cui si è votato a settembre, mentre già alle elezioni europee di giugno avevano registrato una flessione rispetto alle politiche del 2021.

Confidustria appoggia Meloni contro Green Deal

Se i liberali del ministro delle Finanze, Christian Lindner, sono ormai al collasso nei consensi, i Verdi puntano a salvarsi.

Da cui il maggiore pragmatismo dopo anni di ambientalismo religioso che non ha ammesso alcun dissenso e compromesso con la realtà. Il ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso, ha fatto fronte comune insieme al resto del governo con Confindustria. Il presidente Emanuele Orsini ha appoggiato esplicitamente la linea ostile dell’Italia al Green Deal. Stellantis versa in grave crisi, se è vero che negli stabilimenti italiani regni ormai la cassa integrazione. Tant’è che gira voce che cerchi già il nuovo Ceo, al fine di rimpiazzare possibilmente in anticipo il fallimentare e scorbutico Carlo Tavares.

I sindacati italiani si mostrano più scettici. Cgil e Uil credono che posticipare il divieto per le auto a benzina non sia una soluzione, temono che le case siano già lanciate a tutta velocità verso l’elettrico. Ma Urso ha giustificato questa posizione con la convinzione che attendere la revisione del Green Deal nel 2026, con questi numeri di mercato così pessimi, significherebbe lasciare per altri due anni l’industria nell’incertezza. Essa smetterebbe sia di investire che di produrre, aggravando la crisi in atto.

Su divieto per auto a benzina scambio con Unicredit?

Già la dichiarazione di Habeck rappresenta una vittoria per l’Italia. Il governo di Giorgia Meloni era sembrato isolato nella sua battaglia contro il Green Deal. Adesso, la prima economia ne segue l’impostazione dopo avere abbracciato per anni la linea opposta. Un segno di grande debolezza per Berlino, alle prese con la crisi economica e la forte impopolarità del governo federale. In queste settimane, poi, il blitz di Unicredit in Commerzbank ha acceso gli animi in Germania, con politici e sindacati ad inveire contro il tentativo di scalata della banca italiana. Che dietro all’apertura sul divieto per le auto a benzina vi sia la volontà di trovare un accordo complessivo con Roma per dissuaderla dal sostenere l’impresa di Andrea Orcel?

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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