Divieto di compensazione in F24 dal 1° luglio. Gli intrecci con la rottamazione delle cartelle

Il nuovo divieto di compensazione di crediti in F24 in presenza di cartelle scadute può essere superato con alcuni escamotage
5 mesi fa
2 minuti di lettura
F24 IRPEF
Foto © Licenza Creative Commons

Da oggi 1° luglio non sarà più possibile pagare imposte e tasse compensando crediti in F24 laddove il contribuente abbia cartelle o altri avvisi del Fisco scaduti (e affidati all’ADER), per oltre 100.000 euro. Si tratta di un nuovo divieto previsto nella Legge di bilancio 2024 (L.n°213/2023). Le nuove regole si affiancano a quelle già in essere; ci riferiamo al vecchio divieto di compensazione in F24 di crediti per Irpef, Iva, ecc, per pagare lo stesso tipo di imposte, ciò laddove le cartelle scadute siano di ammontare superiore a 1.500 euro.

Dunque il primo limite di cartelle scadute da verificare è quello di 1500 euro che si riferisce solo a crediti e debiti per imposte erariali; il secondo è quello fissato a 100.000 euro di debiti scaduti: in tale caso non c’è il riferimento alle sole imposte erariali (Irpef, Iva, Irap, ecc.) ma anche a tutti i crediti di natura agevolativa che non potranno essere utilizzati in compensazione. Si pensi ad esempio al bonus Sud.

Tuttavia ci sono diversi modi per superare il divieto di compensazione dei crediti che il contribuente ha nel “portafoglio”.

In primis la rateazione della/e cartelle; anche la rottamazione-quater permette di superare il blocco in parola.

Vediamo in che modo la definizione agevolata delle cartelle permette di poter compensare liberamente i propri crediti in F24.

Il nuovo divieto di compensazione in F24 in presenza di cartelle scadute

A complicare la vita delle imprese, dei professionisti nonchè di tutti i contribuenti in generale ci ha pensato la L. di bilancio 2024.

Infatti, dal 1° luglio ci sono nuovi divieti da rispettare per chi ha dei crediti per Irpef, Iva, ecc ovvero altri crediti anche di natura agevolativa da compensare in F24.

La compensazione è bloccata fin quanto permane un debito scaduto oltre 100.000 euro.

Concorrono a tale limite:

  • tutte le iscrizioni a ruolo riguardanti le imposte erariali;
  • i carichi affidati all’agente della riscossione relativi ad atti comunque emessi dall’Agenzia delle entrate;
  • gli atti di recupero dei crediti non spettanti o inesistenti.

Tali debiti concorrono al limite di 100.000 euro se i termini di pagamento sono scaduti e non sono stati oggetto di:

  • sospensione (giudiziale o anche amministrativa);
  • rateazione;
  • definizione agevolata (vedi Rottamazione-quater o ter).

Gli atti di accertamento esecutivi, invece, vi concorrono se sono trascorsi 30 giorni dal relativo termine di pagamento (60+30 gg).

Divieto di compensazione in F24. Gli intrecci con la rottamazione delle cartelle

In premessa abbiamo accennato al fatto che ci sono diversi modi per superare il blocco in parola. Ad esempio il contribuente può agire sul limite di 100.000 euro pagando parzialmente il debito per portarlo sotto soglia di 100.000 euro. Può pagare anche tramite il codice tributo “ruol”.

Inoltre anche una richiesta di rateazione della cartella o dell’avviso permette di superare il divieto. Ciò fin quando i pagamenti sono in regola.

Da qui è utile chiedersi quali siano gli intrecci della rottamazione-quater rispetto al nuovo divieto di compensazione.

Ebbene, nella circolare n° 16/E sulle nuove regole di compensazione, l’Agenzia delle entrate ha chiarito che:

In caso di adesione alla definizione agevolata per i debiti contenuti nei carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 (c.d. “Rottamazione-quater”), per la quale sia in essere il pagamento rateale – l’importo oggetto di definizione non contribuisce al raggiungimento della soglia qualora siano state versate tutte le rate nei termini previsti dal piano di rateazione. La decadenza dalla definizione agevolata dovuta all’omesso, insufficiente o tardivo versamento superiore a cinque giorni di una delle rate comporta, invece, che l’ammontare di tutto il carico residuo affidato all’agente della riscossione rilevi a tal fine.

Dunque, è corretto affermare che fin quanto la definizione agevolata è in essere i debiti oggetto di rottamazione non devono essere conteggiati ai fini della verifica del limite di 100.000 euro.

Riassumendo…

  • Da oggi 1° luglio scattano nuove regole per l’utilizzo di crediti in compensazione;
  • con cartelle scadute oltre 100.000 euro è esclusa la compensazione di crediti per imposte erariali e di crediti agevolativi;
  • non è precluso l’utilizzo dei crediti maturati nei confronti di Inps e Inail;
  • con la rottamazione delle cartelle o con una rateazione è possibile superare il divieto.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

modello 730/2024 badante
Articolo precedente

Quali bonus presi fanno reddito e vanno inseriti nel 730?

assicurazioni auto
Articolo seguente

Assicurazioni auto, il ministro dà l’ok per le scatole nere