Il Consiglio dei Ministri, durante la riunione del 9 dicembre 2024, ha approvato il decreto-legge di fine anno comunemente noto come “Milleproroghe”. Tra le numerose disposizioni introdotte, una delle più rilevanti riguarda la proroga del divieto di emettere fatture elettroniche per specifiche categorie di operatori sanitari obbligati a trasmettere i dati al Sistema Tessera Sanitaria (STS).
Questa misura, concepita inizialmente come transitoria, continua a rappresentare un importante strumento per tutelare la privacy dei dati personali sensibili.
Il contesto normativo della fattura elettronica in Italia
L’obbligo di fatturazione elettronica è stato introdotto per la maggior parte dei contribuenti IVA italiani a partire dal 1° gennaio 2019. Tuttavia, alcune categorie furono inizialmente escluse. Tra queste, figurano i contribuenti in regime forfettario o di vantaggio, per i quali l’obbligo riguardava esclusivamente le operazioni effettuate nei confronti della Pubblica Amministrazione (PA).
Per tali soggetti, la possibilità di utilizzare la fatturazione elettronica è rimasta una scelta facoltativa.
Un cambiamento significativo si è verificato il 1° luglio 2022, quando anche le partite IVA in regime forfettario con ricavi o compensi superiori a 25.000 euro nel 2021 sono state obbligate a emettere fatture elettroniche verso soggetti diversi dalla PA. Successivamente, dal 1° gennaio 2024, tale obbligo si è esteso a tutti i contribuenti in regime forfettario, indipendentemente dal volume di ricavi o compensi.
Il divieto di fattura elettronica per operatori sanitari
Parallelamente all’introduzione degli obblighi di fattura elettronica, il legislatore ha previsto alcune eccezioni mirate. Una delle più significative riguarda il divieto di emettere fatture elettroniche per determinati operatori sanitari tenuti a trasmettere i dati al Sistema Tessera Sanitaria. Questo divieto, che ha una natura temporanea, è stato introdotto per salvaguardare i dati personali dei pazienti, in attesa che siano definiti sistemi di fatturazione elettronica adeguati alle esigenze di riservatezza nel settore sanitario.
Negli anni, questa disposizione è stata oggetto di numerose proroghe. Il decreto Milleproroghe approvato nel dicembre 2024 ha ulteriormente esteso il divieto fino al 31 marzo 2025. Tale proroga si applica a diverse categorie di operatori sanitari, tra cui:
- Aziende sanitarie locali (ASL);
- Aziende ospedaliere;
- Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS);
- Policlinici universitari;
- Farmacie, sia pubbliche che private;
- Presidi di specialistica ambulatoriale;
- Strutture per l’erogazione di prestazioni di assistenza protesica e integrativa;
- Altri presidi e strutture accreditate per servizi sanitari;
- Professionisti iscritti all’Albo dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
Limitazioni del divieto e ambiti di applicazione
Il divieto di fatturazione elettronica si applica esclusivamente alle prestazioni sanitarie rivolte a persone fisiche. Non è invece operativo per le prestazioni erogate a soggetti diversi da persone fisiche. Questa distinzione riflette la volontà del legislatore di bilanciare la necessità di protezione dei dati personali con le esigenze di tracciabilità e controllo fiscale.
Deve essere inoltre sottolineato che il divieto è indipendente dal regime fiscale adottato dal soggetto erogante. Pertanto, anche gli operatori sanitari che lavorano in regime forfettario sono soggetti a questa limitazione normativa.
Divieto fattura elettronica: l’impatto della proroga
La proroga del divieto di fatturazione elettronica per gli operatori sanitari evidenzia la complessità del tema legato alla digitalizzazione nel settore sanitario.
Da un lato, la fatturazione elettronica rappresenta uno strumento efficace per semplificare la gestione fiscale, migliorare la tracciabilità e ridurre l’evasione fiscale. Dall’altro, la peculiarità dei dati trattati nel settore sanitario impone un’attenzione particolare alla protezione della privacy.
Nonostante l’obiettivo dichiarato di individuare soluzioni tecnologiche adeguate, il protrarsi del divieto sottolinea le difficoltà nel trovare un equilibrio tra esigenze fiscali e tutela dei dati personali.
La proroga fino al 31 marzo 2025 potrebbe offrire il tempo necessario per sviluppare sistemi di e-fattura specifici per il settore sanitario, ma resta da vedere se questa nuova scadenza sarà sufficiente.
Riassumendo.
- Proroga del divieto di fattura elettronica per operatori sanitari fino a marzo 2025.
- Divieto applicato per tutelare i dati personali sensibili dei pazienti.
- Interessa specifiche categorie sanitarie obbligate a trasmettere dati al Sistema Tessera Sanitaria.
- Non riguarda prestazioni a soggetti diversi da persone fisiche.
- Necessità di bilanciare digitalizzazione fiscale e protezione della privacy nel settore sanitario.