Cambiamenti in vista per le etichette degli alimenti. D’ora in avanti ci sarà l’obbligo per tutti i cibi di indicare l’etichetta di origine per permettere ai clienti di fare scelte consapevoli ed evitare che prodotti stranieri vengano spacciati per italiani.
Secondo il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini si tratta di “una grande vittoria. Un risultato che siamo certi troverà nell’iter parlamentare un sostegno “bipartisan” per una norma a costo zero a difesa dell’interesse nazionale e a tutela della salute dei cittadini, del territorio, dell’economia e dell’occupazione”.
Prodotti interessati
Le etichette ossia l‘indicazione di origine delle materie non sarà soltanto su prodotti quali pasta, pomodori e pesce ma anche i cibi confezionati. Secondo quanto riporta Coldiretti, le etichette sono già presenti in alcuni prodotti quali: Carne di pollo e di suino, Carne bovina, Olio Extravergine di oliva, Frutta e verdura fresche, uova, miele, pesce, Derivati del pomodoro e sughi pronti, Tartufi e Funghi spontanei, latte, formaggi, pasta e riso. D’ora in avanti l’etichettatura si estenderà anche ai salumi, Carne di coniglio, Carne trasformata ossia hamburger, Marmellate, succhi di frutta, Fagioli, piselli in scatola, Pane anche precotto, frutta secca.
Come sottolinea Coldiretti “La norma consente di adeguare ed estendere a tutti i prodotti alimentari l’etichettatura obbligatoria del luogo di provenienza geografica degli alimenti. Sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto delle norme che vaanno da 2mila a 16mila euro, salvo che il fatto non costituisca reato di frode penalmente rilevante”.
Ti potrebbe interessare anche: Obbligo etichette alimentari: nuova era per il pomodoro, stop all’invasione straniera
Lo scopo di queste norme, insomma, è “difendere l’efficacia in sede europea dei decreti nazionali già adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, latte, riso e pomodoro”.
Quando scattano le nuove regole?
Le nuove regole dovrebbero scattare ad aprile 2020.
Leggi anche: Etichette made in Italy sulle nostre tavole: occhio all’inganno