Andare in pensione è il sogno di tutti i lavoratori, così come lo è percepire una pensione dignitosa. Versare i contributi è il primo passo fondamentale per accedere alla pensione. Soprattutto nel sistema contributivo, più contributi vengono versati, maggiore sarà l’importo della pensione. A questo si aggiungono i coefficienti di trasformazione, che permettono un trattamento pensionistico più favorevole se la pensione viene richiesta in età avanzata.
Queste sono le regole di calcolo delle pensioni stabilite dai legislatori e applicate dall’INPS in fase di liquidazione delle pensioni.
Esistono 10 richieste che un pensionato può fare all’INPS durante la presentazione della domanda di pensione. Ora le esamineremo tutte.
Come presentare la domanda di pensione all’INPS
La domanda di pensione può essere presentata tramite Patronato o attraverso altri soggetti autorizzati. Tuttavia, il lavoratore interessato può anche procedere autonomamente, utilizzando lo SPID, la CIE o la CNS, accedendo al sito dell’INPS e alla propria area riservata.
In linea di massima, i dati del lavoratore sono già inseriti nel sistema. Sarà necessario indicare il codice fiscale del coniuge, eventuali periodi di lavoro all’estero, e il più è fatto. In queste condizioni, la richiesta può essere completata in circa 5 minuti, o forse meno.
Tuttavia, è importante prestare attenzione ad alcune richieste specifiche che un lavoratore potrebbe, e forse dovrebbe, fare per ottenere il massimo dal proprio trattamento pensionistico. Altrimenti, si rischia di ricevere una pensione inferiore rispetto a quella effettivamente spettante.
Domanda di pensione all’INPS: ecco le 10 richieste da fare per massimizzare l’importo della pensione
Dopo aver inserito i dati di base e indicato quale fondo pensioni dell’INPS si richiede la prestazione (ad esempio, il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti o la Gestione Artigiani e Commercianti), ci sono 10 ulteriori richieste che l’interessato farebbe bene a presentare, sempre che ne abbia diritto.
La prima richiesta riguarda il trattamento minimo, seguita dalla seconda, che riguarda l’aumento della pensione oltre il trattamento minimo per persone in condizioni disagiate, secondo l’incremento al “milione” introdotto dalla Legge n. 448 del 2001 all’articolo 38, con le maggiorazioni sociali.
Una pensione troppo bassa in base alla contribuzione può essere integrata con importi aggiuntivi, commisurati però ai redditi del richiedente e, se applicabile, del coniuge. Se queste somme aggiuntive non vengono richieste durante la presentazione della domanda, il pensionato riceverà una pensione inferiore, con il problema dei cosiddetti “diritti inespressi“.
Assegni familiari, maggiorazioni e altre richieste da presentare all’INPS
In presenza di un coniuge a carico, il richiedente dovrebbe chiedere il trattamento familiare. Alcuni potrebbero anche dover richiedere la maggiorazione per gli ex combattenti, prevista dalla Legge n. 140 del 1985 o dalla Legge n. 544 del 1988.
Queste sono le richieste classiche che un lavoratore dovrebbe considerare al momento della presentazione della domanda di pensione. Ci sono poi richieste particolari, come la riduzione dell’età pensionabile prevista dal decreto legislativo n. 503 del 1992, che ai commi 6 e 8 dell’articolo 1 conferma i requisiti per la pensione di vecchiaia in vigore al 31 dicembre 1992 per i lavoratori non vedenti e la non applicazione dell’aumento dei limiti di età per gli invalidi con una disabilità pari almeno all’80%.
Invalidi, ma non solo: ecco cosa richiedere all’INPS per aumentare l’anzianità contributiva
Sempre durante la presentazione della domanda di pensione, l’interessato può richiedere l’incremento dell’anzianità contributiva di due mesi per ogni anno di servizio svolto dopo il riconoscimento di una invalidità pari o superiore al 74%, come previsto dalla Legge n.
In questi casi, è necessario giustificare la richiesta con la documentazione adeguata, come il verbale di accertamento sanitario rilasciato dalla Commissione Sanitaria competente, o la documentazione INAIL per le invalidità da causa di servizio.
Amianto, terrorismo e altri benefici da richiedere all’INPS
Altre richieste specifiche riguardano i lavoratori esposti all’amianto. Chi è stato esposto per almeno 10 anni dovrebbe richiedere i benefici previsti dalla Legge n. 271 del 1993, allegando la documentazione INAIL. In questo caso, si parla di un incremento dell’anzianità contributiva per i lavoratori esposti all’amianto, un vantaggio che dovrebbe essere richiesto al momento della presentazione della domanda di pensione.
Inoltre, esistono benefici per le vittime del terrorismo e, eventualmente, per i loro familiari superstiti. Questi benefici includono l’aumento dell’anzianità contributiva di 10 anni, come previsto dall’articolo 3 della Legge n. 206 del 2004.
Infine, al momento della presentazione della domanda di pensione, si può richiedere l’incremento dell’anzianità contributiva per i lavoratori che hanno prestato servizio nei reparti di produzione degli stabilimenti di fabbricazione di fibre ceramiche refrattarie, come stabilito dalla Legge n. 247 del 2017.
Confermate per il 2025 per il settore privato la finestra diventa da 7 mesi?….
Se così fosse si può chiamare solo che ricatto legalizzato, dove uno come me nel 2025 andrà in pensione dopo aver LAVORATO, 43 ANNI e 5 MESI.. Complimenti….Senza parole.