Molto spesso una donna che lavora si pone il problema di chiedersi quali siano i suoi diritti in caso di una eventuale gravidanza. Può mantenere il posto di lavoro se affronta una gravidanza? Quali sono i permessi che le spettano e dopo quanto tempo dovrà tornare a svolgere il suo lavoro?
Ci sono norme ben precise che stabiliscono quali sono i diritti di una donna incinta e a sancirli, in larga parte, è lo stesso codice Civile.
Durante la gravidanza alla donna è dovuta la retribuzione ordinaria o, in alternativa, una indennità sostitutiva per i periodi di assenza.
La donna in gravidanza che lavora, inoltre, ha diritto ad una serie di permesi retribuiti che le permettano di effettuare i necessari esami prenatali, visite specialistiche ed altri accertamenti.
Vige, poi, l’obbligo di astensione dal lavoro per 5 mesi, da due mesi prima del parto a 3 mesi dopo la nascita del bambino: si tratta del congedo obbligatorio di maternità durante il quale la donna percepirà l’indennità di maternità al posto della retribuzione ordinaria. Dopo il congedo obbligatorio, poi, la donna potrà scegliere se fruire o meno del congedo facoltativo di 6 mesi, durante il quale, però, l’indennità riconosciuta alla lavoratrice è ridotta.
Le donne in stato di gravidanza, in ogni caso, non devono essere adibite a lavori pesanti e usuranti che comportino il sollevamento e il trasporto di pesi o l’esposizioni ad agenti che potrebbero mettere a rischio la sua salute e quella del bambino.
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