Dalla Thatcher alla Merkel, le donne in politica non sono il “gentil” sesso

Donne in politica spesso una scommessa vincente, anche se qualche esperienza lascia l'amaro in bocca. Ecco le figure più rappresentative degli ultimi decenni.
7 anni fa
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Tre flop al femminile

Non tutte le ciambelle riescono col buco, però. Anche tra le donne si registrano alcuni flop clamorosi. Prendiamo Hillary Clinton, che un anno fa di questi tempi sembrava essere a un passo dal tornare alla Casa Bianca, ma non più come First Lady, bensì nelle vesti di primo “commander in chief” negli USA di sesso femminile. E alle elezioni presidenziali dell’8 novembre non si aspettava quasi nessuno, sondaggisti per primi, che a trionfare sarebbe stato nelle ore successive il rivale repubblicano Donald Trump.

Il sogno di diventare la prima donna presidente degli USA finiva in un mare di lacrime, versate poco prima dell’alba del 9 novembre scorso. Pur restando un punto di riferimento per la sinistra americana, di recente ha confermato la sua intenzione di non correre più per alcuna carica elettiva. (Leggi anche: Elezioni USA: Clinton sconfitta, Trump presidente)

Anche l’Europa ha avuto la sua donna presidente mancata. Trattasi di Marine Le Pen, che avrebbe avuto tutte le carte in regola per entrare all’Eliseo nel maggio scorso, riuscendo persino ad approdare al ballottaggio. La sua vittoria avrebbe messo in crisi la UE e l’euro e forse proprio la paura per l’ignoto tra gli elettori l’avrebbero danneggiata. Nel 2014 era riuscita a fare del suo appestato Fronte Nazionale il primo partito di Francia alle elezioni europee. Resta uno dei principali oppositori del presidente Emmanuel Macron, ma adesso fa molta meno paura in patria e all’estero. (Leggi anche: Ballottaggio Francia Macron-Le Pen)

E che dire di Theresa May? In carica come premier britannico da poco più di un anno, è la seconda donna a guidare un governo a Londra, anch’ella appartenente al Partito Conservatore della Thatcher. Diversamente da quest’ultima, però, a Downing Street non ci è arrivata tramite elezioni, bensì succedendo al dimissionario David Cameron, dopo la sconfitta subita al referendum sulla Brexit del giugno 2016.

Nel maggio scorso, chiese e ottenne lo scioglimento del Parlamento, confidando in sondaggi fin troppo positivi per i suoi Tories, dati avanti di 24 punti percentuali sui laburisti. Alle elezioni anticipate di giugno, tuttavia, non riesce nemmeno a mantenere la maggioranza assoluta dei seggi, costringendo il suo partito a un’umiliante coalizione con gli unionisti irlandesi, quando la destra avrebbe dovuto guadagnare finanche un centinaio di seggi, triturando le opposizioni. La sconfitta di fatto è stata addebitata proprio alla scarsa empatia della May. (Leggi anche: Elezioni UK, risultati shock: conservatori senza maggioranza)

E in Italia? Tra i partiti presenti in Parlamento, solo uno è guidato da una donna: Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Le probabilità che ella diventi anche premier rasentano lo zero, così come appare ancora abbastanza difficile che da qui a breve si abbia un premier a Palazzo Chigi. Ma la storia è molto mutevole. Nel 1978, una certa Signora Thatcher alla domanda se a Londra potesse esservi da lì a poco un premier donna rispondeva: “Non penso che il Regno Unito sia pronto a questo”. Un anno dopo s’insediava a Downing Street, restandoci per 11 anni e mezzo.

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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