In Italia la pensione è un diritto che matura al raggiungimento di requisiti anagrafici e contributivi. Quella ordinaria o di vecchiaia si ottiene a 67 anni di età, mentre quella anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (12 mesi in meno per le donne) indipendentemente dall’età.
Ciò premesso, è bene sapere che il requisito minimo per accedere alla pensione ordinaria è di 20 anni di contributi. Quindi basta aver raggiunto questo traguardo e attendere il compimento dei 67 anni per andare in pensione. Tuttavia non è così per tutti.
La pensione con 20 anni di contributi
Esistono casi in cui non è sufficiente nemmeno aver versato 20 anni di contributi per andare in pensione di vecchiaia a prescindere dai 67 anni di età. La legge pone infatti altri vincoli per chi ricade nel regime contributivo puro. E quindi per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, cioè giovani lavoratori e millenials che si apprestano ad accedere al mercato del lavoro.
Così, per chi ricade nel regime contributivo puro, cioè ha iniziato a lavorare prima del 1996, i 20 anni di contributi potrebbero non essere sufficienti per andare in pensione a 67 anni con la vecchiaia. Questo perché la legge impone un vincolo stringente che pochi conoscono: aver maturato una rendita finale di almeno 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale.
In pratica, tenuto conto dell’importo dell’assegno sociale nel 2023 (503,27 euro), è indispensabile ottenere una rendita non inferiore a 755 euro al mese. Cifra comodamente ottenibile per chi ha alle spalle una carriera lavorativa piena e continua. Ma non per i lavoratori precari, disoccupati o part time.
Uscita anticipata a 64 anni
Tuttavia, sempre per i contributivi puri, si può andare in pensione anche a 64 anni, sempre con almeno con 20 anni di contributi. Anche in questo caso è consentita l’uscita dal lavoro 3 anni prima, ma la pensione non deve essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Tale soglia corrisponde a circa 1.409 euro al mese, quindi non è per tutti.
E’ quindi del tutto evidente che per i giovani lavoratori o per coloro che hanno versamenti solo nel regime contributivo la pensione a 67 anni potrebbe essere una meta irraggiungibile con soli 20 anni di contributi. A meno che non si lavori di più.
Ma per sapere quanti versamenti occorrono per centrare l’obiettivo sarà necessario fare delle simulazioni. Applicare, cioè, il coefficiente di trasformazione al montante contributivo e tirare così le somme. Se si raggiunge la soglia minima di rendita allora si potrà uscire a 67 anni (o 64). Altrimenti bisognerà attendere il compimento dei 71 anni quando basterà un’anzianità contributiva più bassa.