Dopo lo stop alla stretta della BCE il mercato vede il primo taglio dei tassi entro metà 2024

Il primo taglio dei tassi arriverebbe entro metà dell'anno prossimo per il mercato. E' questa la previsione dopo lo stop alla stretta BCE.
1 anno fa
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Primo taglio dei tassi BCE entro giugno 2024?
Primo taglio dei tassi BCE entro giugno 2024? © Licenza Creative Commons

La Banca Centrale Europea (BCE) ha iniziato a mutare il linguaggio alla conferenza stampa di giovedì scorso, dove il governatore Christine Lagarde ha espresso maggiore preoccupazione per lo stato dell’economia nell’Eurozona che non per l’inflazione. I tassi di interesse sono rimasti invariati per la prima volta dopo quattordici mesi e dieci aumenti consecutivi. Il tasso di riferimento resta al 4,50%, sui depositi bancari al 4% e sui prestiti marginali al 4,75%. A precisa domanda, Lagarde ha risposto che sarebbe “troppo prematuro” individuare quando ci sarà il primo taglio dei tassi.

Ha confermato che l’istituto manterrà il suo approccio “data dependent”, cioè si farà guidare di volta in volta dai dati macroeconomici.

Finora il mantra è stato “tassi alti per un periodo più lungo”. Questo sarebbe stato dietro al baratto tra “falchi” e “colombe” della BCE alla vigilia del board di Atene. I tassi non saliranno più, ma in cambio resteranno a questi livelli per una fase più prolungata rispetto alle precedenti previsioni. Uno scenario che nelle ultime settimane aveva spinto i rendimenti a lungo termine ancora più in alto in tutta Europa e negli Stati Uniti. Anche la Federal Reserve, in effetti, intende seguire tale strada.

Mercato prevede allentamento monetario contro crisi Eurozona

Tuttavia, sembra che i “falchi” sopra il cielo di Francoforte stiano perdendo vigore. La recessione morde in Germania e rischia di dilagare in tutto il resto dell’Eurozona. Per questo, dopo lo stop alla stretta di giovedì scorso il mercato inizia a intravedere un primo taglio dei tassi già entro la metà dell’anno prossimo. Lo dicono i contratti futures sull’Euribor a 3 mesi, che segue l’andamento dei tassi sui depositi bancari. A dicembre, è dato in crescita di un altro quarto di punto percentuale, scontando una possibile ultima stretta monetaria nell’area. Successivamente, i tassi si abbasserebbero al 4% a marzo e al 3,80% a giugno.

Rispetto alla situazione attuale, un primo taglio dei tassi si avrebbe, dunque, entro metà dell’anno prossimo. E non è tutto. Se fino a poco tempo fa il mercato scontava a stento un paio di tagli entro il 2024, adesso prevede che l’Euribor scenderà al 3% da qui a dicembre del prossimo anno. Ciò implica quattro tagli dei tassi da un quarto di punto percentuale ciascuno. Da qui a due anni, poi, la discesa proseguirebbe fin sotto il 2%. Insomma, l’allentamento monetario procederebbe a un passo più spedito di quanto non ci stiamo raccontando in questi mesi. E’ evidente che queste previsioni siano il risultato di scenari macro avversi. In altre parole, il taglio dei tassi sarà vigoroso per rianimare un’economia in crisi.

Taglio tassi metterebbe ali ai bond

Se andasse effettivamente così, il mercato obbligazionario sarebbe allo stato attuale “oversold”. I prezzi risalirebbero e i rendimenti scenderebbero abbastanza in fretta. Sarebbe il caso di posizionarsi a favore delle scadenze più lunghe, destinate ad apprezzarsi maggiormente in uno scenario di taglio dei tassi. Ma è chiaro che questi siano ragionamenti prematuri. La BCE non si è mai distinta per lungimiranza. Ha sempre alzato o tagliato i tassi nei tempi sbagliati. Lo scorso anno, ha avviato la stretta in clamoroso ritardo, lasciando che l’inflazione salisse oltremisura. E adesso rischia di porvi fine con altrettanto ritardo, quando l’economia sembra avviata verso la recessione.

Ci sono altri fattori che agirebbero sul livello dei rendimenti, tra cui l’eventuale fine anticipata dei riacquisti dei bond con il PEPP. Giovedì scorso non se n’è parlato al board, ma ciò non toglie che lo si faccia in futuro. Anche se peggio va l’economia e minori le chance che questa soluzione possa essere adottata. Se a ottobre e novembre l’inflazione rallenterà ulteriormente, i tassi reali fissati dalla BCE saranno ancora più positivi e finalmente Lagarde avrà un vessillo da sbandierare per giustificare l’eventuale stop definitivo alla stretta.

Ancora meglio se le nuove previsioni macro a dicembre anticipassero il raggiungimento del target del 2% da parte dell’Eurozona.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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