Centro-destra si concentri su altro
Sull’euro è meglio avere idee chiare e non flirtare con sentimenti di legittima repulsione, ma che poca giustificazione trovano spesso nelle inefficienze della moneta unica. Lo stesso Berlusconi, nel confermare la sua proposta, ha spiegato che essa si renderebbe necessaria, perché tutte le grandi economie, compresi Russia e Giappone, sarebbero usciti dalla crisi “stampando moneta”.
Ora, un paio di riflessioni potrebbero scriversi sul punto: la prima, che l’ex premier appartiene a quella cerchia di politici ed economisti, per i quali la ricchezza si fondi sulla moneta, non sulla produzione di beni e servizi; la seconda, che egli ignori che la BCE ha avviato da due anni e mezzo un potente piano di stimoli monetari, che ha già incrementato la liquidità sui mercati di oltre 2.000 miliardi di euro, facendo crollare i tassi di cambio tra l’euro e le altre divise e schiantando i rendimenti dei bond, BTp inclusi; la terza, che nonostante il suo esplicito endorsement per la cancelliera Angela Merkel, la linea politica di Berlusconi in Europa resta estremamente diversa e si differenzi nettamente dal resto del PPE, il partito a cui appartiene Forza Italia dalla fine degli anni Novanta.
La doppia moneta sarebbe una mezza idea, una strada a metà tra tornare alla lira e restare nell’euro, una proposta all’italiana per accontentare i due lati del tavolo, senza assumersi la responsabilità di una linea chiara. Berlusconi è fin troppo esperto per sapere che non solo sarebbe un’idea irrealizzabile, ma nemmeno efficace. Che serva a tenere buoni gli euro-scettici nella coalizione è un conto, ma che sia questa una pietra miliare di quel programma che il centro-destra presenterà agli italiani per le politiche è qualcosa che non ci lascia granché sereni.