Il premier Mario Draghi salverà la Quota 41? Ecco, al riguardo, le anticipazioni sulla pensione precoci nel 2022. Perché dalla quota 41 precoci per il 2022, l’anno successivo, si potrebbe passare alla Quota 41 pura. Visto che tra le due misure la differenza è davvero netta.
Nel dettaglio, se il premier Mario Draghi salverà o meno Quota 41, c’è da dire che la misura per i precoci è in vigore. E lo sarà anche il prossimo anno. Con 41 anni di contributi versati indipendentemente dal requisito anagrafico. Ma con almeno un anno di contribuzioni maturato prima del compimento del 19esimo anno di età.
Draghi salverà la Quota 41? Anticipazioni sulla pensione precoci nel 2022
Se il premier Mario Draghi invece salverà la Quota 41 pura è ancora tutto da vedere. Proprio per il 2023. Quando per le pensioni, finalmente, è attesa una riforma strutturale. Che vada sia oltre la Quota 102. Così come è riportato in questo articolo. Sia oltre lo scalone della riforma Fornero.
Di conseguenza, il presidente del Consiglio Mario Draghi salverà la Quota 41 pura, istituendola, se e solo se darà risposte alle istanze dei Sindacati della Cgil, della Cisl e della Uil. Ed in tal caso non dal prossimo, ma dall’anno successivo, si potrebbe finalmente andare in pensione con 41 anni di anzianità contributiva. Indipendentemente dal requisito anagrafico. Ed anche se non si rientra tra i lavoratori precoci.
Dalla pensione precoci nel 2022 alla Quota 41 pura, cosa dobbiamo aspettarci?
Se il premier Mario Draghi salverà Quota 41, allora di sicuro il sistema di calcolo della pensione, per il ritiro dal lavoro, sarà sicuramente con il metodo contributivo pieno. E quindi in base solo ed esclusivamente ai contributi previdenziali obbligatori effettivamente versati. È su queste basi, infatti, che il Governo Draghi potrebbe aprire alla Quota 41 pura. Ma anche alla flessibilità in uscita con il sistema di calcolo contributivo pieno.