Alla luce delle recenti novità introdotte in materia previdenziale con la legge di Bilancio che praticamente sono pari a zero visto che non c’è nulla di nuovo all’orizzonte per andare in pensione, ecco che alcuni strumenti di pensionamento anticipato che magari pochi conoscono ma che potrebbero essere molto utili per anticipare le uscite diventano fondamentali per evitare di finire con il dover attendere i pesanti requisiti introdotti dalla riforma Fornero.
Anzi fu proprio la legge Fornero a introdurre a suo tempo uno scivolo aziendale molto importante che consentiva effettivamente un pensionamento ben quattro anni prima rispetto ai requisiti ordinari.
Ecco a chi bastano 60 anni di età o 35 anni e 10 mesi di contributi per andare in pensione
Aspettare il raggiungimento dei requisiti per le pensioni stabiliti dalla Fornero significa aspettare di compiere 67 anni di età per la pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi. Oppure aspettare, a prescindere dall’età, di raggiungere i requisiti utili alle pensioni anticipate con 42,10 anni di versamenti per gli uomini o 41,10 per le donne.
Ma proprio la legge Fornero ha introdotto dal 2012 una misura che permette l’uscita a chi oggi si trova a 7 anni di distanza da una qualsiasi di quelle due misure prima citate. E 7 anni significa un netto anticipo. Ecco a chi bastano 60 anni di età o 35 anni e 10 mesi di contributi per andare in pensione quindi, perché di questo si tratta effettivamente.
In pensione così presto può essere una soluzione che passa da quella che si chiama Isopensione. Una misura che per intenderci sarà attiva anche nel 2025 e così fino al 2026.
In pensione a 60 anni o con 35 anni e 10 mesi di contributi può essere una soluzione
Sono solo i lavoratori del settore privato quelli che possono andare in pensione ben 7 anni prima dei 67 anni della pensione di vecchiaia o dei 42,10 anni di contributi delle pensioni anticipate ordinarie.
Questa misura ha visto i natali con la legge Fornero nel 2012. E con la legge di Bilancio del 2018 è stata confermata fino al 2026 ma anche potenziata. Perché in origine la misura prevedeva 4 anni di anticipo mentre fino al 31 dicembre 2026 l’Isopensione consentirà uscite a 60 anni o con 35 ,10 anni di contributi, cioè 7 anni prima.
Ricapitolando, la misura è destinata a soggetti che si trovano a 7 anni di distanza dal raggiungimento delle soglie previdenziali e dei requisiti utili alle due principali misure del sistema. E in accordo con l’azienda per questi lavoratori possono aprirsi i cancelli della pensione molto prima del previsto.
Ecco come funziona esattamente l’Isopensione per uscire poco dopo i 60 anni di età
Dipendenti di aziende private ma non solo, ecco i beneficiari potenziali dell’Isopensione
Quindi, disco verde per la pensione anticipata fino a 7 anni per i lavoratori dipendenti del settore privato. Ma solo per quelli alle dipendenze di aziende che hanno almeno 15 dipendenti a libro paga. Sono questi i lavoratori possono sfruttare una sorta di prepensionamento, e sono queste le aziende che possono avviare questo meccanismo di gestione degli esuberi. Perché la misura effettivamente è una sorta di grande incentivo all’esodo.
L’Isopensione è una misura che permette a chi si avvicina alle pensioni di anticipare l’uscita. Ma allo stesso tempo permette alle aziende interessate a ridurre il personale in esubero, di riuscirci senza passare dai licenziamenti per esempio.
L’Isopensione infatti è completamente a carico dell’azienda anche se effettivamente la pensione è pagata dall’INPS. Infatti è l’azienda che finanzia i ratei di pensione che l’INPS erogherà mese per mese ai beneficiari dell’Isopensione. Azienda che poi finanzia anche la copertura da contribuzione figurativa.
Ecco a cosa serve l’intesa tra sindacati e aziende e cosa c’è al suo interno per andare in pensione
Proprio alla luce di questa doppia convenienza a questo strumento, per l’Isopensione è necessario che l’azienda trovi intesa con le parti sociali. Serve un preventivo accordo con i sindacati maggiormente rappresentativi in seno alla stessa azienda per avviare il percorso che porta all’Isopensione.
L’intesa tra azienda e sindacati è fondamentale, anche se poi deve essere sempre il lavoratore interessato ad accettare di fare parte di questo meccanismo accettando la pensione in anticipo.
Per l’azienda è evidente il vantaggio dell’Isopensione rispetto alla gestione degli esuberi tramite i costosi licenziamenti. Ma poi questo strumento può tornare utile anche per quelle aziende che hanno avviato già la procedura di licenziamento collettivo in base alla legge 223 del 1991.
L’accordo tra sindacati e azienda deve riportare dentro il fatto che ci siano esuberi di personale, e soprattutto il numero dei lavoratori da prepensionare entro una data prestabilita e riportata a margine del documento che va sottoscritto dalle parti.