La riforma delle pensioni Fornero, a detta di tutti, esperti previdenziali e non, ha causato un inasprimento generalizzato dei requisiti pensionistici. I lavoratori che hanno avuto la fortuna di andare in pensione prima dell’entrata in vigore della riforma Fornero, ci sono riusciti a un’età e con requisiti più favorevoli rispetto a quelli attualmente previsti per la generalità dei lavoratori.
Tuttavia, oggi parliamo di lavoratori che la riforma Fornero non ha toccato e che possono andare in pensione con requisiti molto più vantaggiosi rispetto a chi, come anticipato, ha subito l’inasprimento introdotto dalla famigerata legge Fornero, emanata con il Decreto Salva Italia del governo tecnico guidato dal Premier Mario Monti.
Cosa è cambiato dal 2011 a oggi: ecco cosa ha fatto il governo Monti/Fornero
La Legge Fornero è entrata in vigore nel 2012. Da quel momento, tutto è diventato più difficile in materia pensionistica. Prima, alcuni potevano andare in pensione a 60 anni: le donne, ad esempio, potevano accedere alla pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi, uscendo a 60 anni, mentre gli uomini a 65 anni. Inoltre, esisteva una misura particolare, chiamata quota 96, che permetteva il pensionamento con 60 anni di età e 35 anni di contributi, completando così la quota indicata.
Anche i lavoratori con lunghe carriere potevano uscire molto prima rispetto a oggi. Attualmente, infatti, sono necessari 3 anni di lavoro in più per andare in pensione anticipata. Prima, le pensioni di anzianità si ottenevano con 40 anni di contributi; oggi, per la pensione anticipata, sono necessari 43 anni e 1 mese di contributi (42 anni e 10 mesi più una finestra di 3 mesi) per gli uomini, o 42 anni e 1 mese per le donne.
L’unico aspetto in comune tra le pensioni di anzianità e quelle anticipate (queste ultime introdotte proprio dalla legge Fornero) è l’assenza di limiti anagrafici.
Ecco chi può andare in pensione a 54 anni perché la legge Fornero non si applica
Come detto, la maggior parte dei lavoratori oggi deve fare i conti con requisiti pensionistici molto rigidi per poter andare in pensione.
Il paragone non regge se si guarda alla generalità dei lavoratori
La pensione di vecchiaia ordinaria, in genere, si ottiene a 67 anni di età con 20 anni di contributi. Questi sono i requisiti minimi per dipendenti del settore privato, pubblico, lavoratori autonomi, uomini e donne indistintamente. Anche per i lavoratori del comparto difesa e sicurezza, sono sufficienti 20 anni di contributi. Tuttavia, per loro è sufficiente avere 60 anni di età per sottufficiali e militari semplici, o 65 anni di età per dirigenti e ufficiali. Può sembrare una differenza minima, ma in realtà è molto significativa.
Abbiamo già detto che le pensioni di anzianità, ora chiamate pensioni anticipate, richiedono oltre 43 anni di contributi. Questa è la soluzione per lasciare il lavoro senza limiti anagrafici. Per il comparto difesa e sicurezza, il limite è fissato a 41 anni di contributi. I lavoratori di questo comparto che al 31 dicembre 2011 avevano già raggiunto la massima anzianità contributiva, possono andare in pensione anche a 54 anni di età. Un’altra possibilità è il pensionamento a 58 anni, ma solo se si possiedono almeno 35 anni di contributi versati.